Manca una settimana all’11 dicembre, giorno in cui sarà pubblicato il nuovo progetto discografico dei Boomdabash Don’t Worry Best Of (2005-2020) (ne abbiamo parlato Qui).
I Boomdabash non escono con un disco fisico ormai da due anni e mezzo, da quando fu pubblicato Barracuda, album che contiene la hit tormentone Non ti dico no.
La raccolta dei Boomdabash Don’t Worry, che prende il titolo dal singolo ora in rotazione radiofonica, non è un semplice greatest hits, ma il racconto di un percorso musicale che discograficamente dura da 3 lustri, ma che ha preso il via nel 2000.
“Questo Best Of è un regalo per tutte quelle persone che ci hanno seguito in questi 15 anni, dal momento in cui abbiamo pubblicato la prima produzione. Il nostro istinto è stato quello di creare una tracklist dove proporre un viaggio musicale attraverso i punti salienti della carriera dei Boomdabash.
Dietro all’idea del Best Of c’è la voglia di suggerire questo viaggio a chi ci conosce da poco. Tante persone, infatti, hanno imparato a conoscerci grazie ai tormentoni dell’estate e non sanno chi siamo stati prima.”
Queste le parole dei Boomdabash, che hanno presentato il progetto in una conferenza stampa virtuale. Un nuovo tassello che arriva dopo l’annuncio che Karaoke è il videoclip più cliccato su YouTube di tutto il 2020.
“Per noi è stato molto naturale fare un passo indietro. Avremmo potuto pubblicare un album di inediti, ma abbiamo scelto di mettere un punto. In tutti questi anni un sacco di fans venivano da noi dicendoci che non trovavano più certi brani. Un best of è un regalo collettivo.”
BOOMDABASH DON’T WORRY BEST OF (2005-2020) – CONFERENZA STAMPA
L’apripista di questo nuovo progetto è il singolo Don’t Worry, un pezzo diverso da quelle che sono le classiche produzioni dei Boomdabash.
“Questa volta abbiamo tirato fuori un singolo che è un vero e proprio inno alla speranza. Questo brano lo abbiamo scritto un anno fa. A gennaio il brano era già nel cassetto, poi con il lockdown Don’t Worry è rimasto lì, ma abbiamo deciso di usarlo ora. Siamo molto sorpresi dal feedback positivo anche dei nostri fans, che a volte ci rimproverano alcune scelte. Don’t worry ha unito tutti, anche i più diffidenti che ci seguono.”
Oltre al singolo la raccolta contiene anche due inediti. Il primo è Nun Tenimme Paura.
“Nun Tenimme Paura è un brano a cui siamo molto legati. Lo abbiamo scritto e interpretato insieme a Franco Ricciardi. È il primo pezzo autobiografico dei Boomdabash. Nessuno in effetti sa come sono cresciuti i Boomdabash e questo pezzo svela qualche dettaglio su ciò che eravamo prima di diventare famosi.
Con Franco Ricciardi condividiamo lo stesso sangue meridionale. Noi ascoltiamo musica non ponendoci mai dei limiti. Conosciamo Franco dai suoi esordi e abbiamo visto la sua evoluzione. La stima che proviamo nei suoi confronti ha fatto accrescere la voglia di collaborare. Lui ha un’attitudine popolare. Pensavamo fosse la voce perfetta per rappresentare la storia del pezzo che noi cantiamo. Questo è un pezzo che ha un’attitudine popolare.”
Altro inedito è Marco e Sara.
“Marco e Sara a livello di produzione musicale si avvicina ai primi Boomdabash, con ritmi in levare che ricordano la Giamaica. Un ritorno all’attitudine degli inizi. Un brano che attraverso una storia di due ragazzi di paese che lancia un messaggio. Parla di Marco e Sara che nonostante le difficoltà sanno andare avanti perchè nella loro vita ci sono valori e sentimenti genuini. È uno spaccato di una realtà comune a un po’ tutta l’Italia. Un brano che ci piace per il messaggio che porta. Noi vogliamo diventare un esempio positivo per chi ci segue, perchè una via d’uscita c’è sempre.”
I Boomdabash sono identificati da un paio d’anni a questa parte come gli artisti dei tormentoni.
“Non abbiamo mai prodotto un pezzo con l’intenzione di fare un tormentone. La genuinità è quella che paga! Il termine tormentone non ci fa arrabbiare. C’è chi ci definisce pop in maniera dispregiativa, ma non è così. A noi piace! A livello di genere musicale noi non siamo stati mai facilmente catalogabili.
Quando siamo arrivati a Sanremo in molti si sono chiesti con quale titolo salivamo su quel palco. Anche prima del festival abbiamo fatto ogni anno 40-50 live, con una considerazione crescente. I Boomdabash hanno una storia che prescinde il loro avvento nel mainstream. In questo best of si capisce che abbiamo calcato i palchi di tutta Italia per 15 anni. Senza parlarne troppo…”
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