15 Aprile 2020
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15 Aprile 2020

AudioCoop, MEI e Rete dei Festival uniti nelle richieste di sostegno al Governo

Diverse proposte e una petizione per chiedere al governo aiuti concreti per il mondo della musica

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Il settore musicale, come tanti altri settori, sta soffrendo della chiusura forzata delle attività. Bisogna seriamente ripensare a disegnare nuovi scenari, solo così si può cercare di prevenire e limitare i danni. AudioCoop con il sostegno del interno del MEI, insieme alla Rete dei Festival ci hanno inviato un comunicato stampa che racchiude varie proposte al governo e che sintetizziamo.

le richieste audiocoop e mei

Si chiedono interventi urgenti per il settore musica: altrimenti sono a rischio chiusura il 30% delle etichette discografiche indipendenti e delle loro attività connesse.

Audiocoop propone un investimento pubblico per una piattaforma digitale nazionale di distribuzione musicale live e d’ascolto.

MEI sostiene che serve un sostegno urgente e concreto cash alle piccole imprese del settore musica al momento ancora assenti dai provvedimenti. Si tratta delle figure (produttori/editori, promoter/organizzatori di festival, club/discoteche) che sono il vero e proprio motore della musica (sono gli unici che investono nella creatività musicale e ne fanno girare l’economia che finisce anche a chi introita i diritti): si tratta di circa 10 mila imprese del settore musica che occupano direttamente 50 mila addetti e con l’indotto arrivano a 300 mila.

IN SINTESI

Chiedono al governo che con gli emendamenti e coi prossimi immediati decreti possano rientravi prima di tutto con un Bonus a Fondo Perduto per recuperare il Fatturato perduto e che non recupereranno mai (una media di 150 mila euro per i piccoli al momento per le imprese, di 30 mila euro lordi per i lavoratori compresi tutti i contributi) e con altri interventi urgenti e concreti

Attivazione di un Tavolo per l’adozione dei criteri che coinvolga prima di tutto il settore di tutti i piccoli della filiera creativa musicale a forte rischio chiusura gia’ fin dal mese di giugno di oltre un terzo delle etichette discografiche indipendenti italiane e del loro circuito (agenzie di booking, editori, club, merchandising, videomaker, societa’ di impianti e tecnici, artisti e musicisti, club, promoter, etc) .

Vanno pensate modalità di rimborso, come previsto dagli eventi a biglietto, per sostenere tutti gli eventi a pagamento ma senza prevendita a tutela degli organizzatori e tutti quelli gratuiti cancellati che hanno danneggiato l’intera filiera creativa musicale indipendente ed emergente costituita per la grandissima parte da piccole e piccolissime imprese, start up, cooperative, free lance, associazioni e altre figure.

Supportare i locali che organizzano regolarmente attività di intrattenimento cosi da incentivarli a riprendere al più presto la programmazione precisando trattarsi di “intrattenimento musicale” e che con tale intervento deve provvedere a supportare tutta la filiera (dal locale, organizzatori, uffici stampa, videomaker etc)

Inoltre 130 milioni extra da portare a 150 milioni e dividere per 50 al cinema, 50 a fondazioni e teatro e 50 alla musica tutta extrafus con manifestazioni nazionali, sia gratuite che con biglietto, con storicità e che danno principalmente spazio ai giovani indipendenti ed emergenti del nostro paese per tutelare il made in italy musicale.

Dotare di fondi per le piccole e microimprese del settore musica con fondi extra anche le Regioni e i Comuni per finanziare direttamente le attività più importanti e significative del territorio sempre secondo i criteri di notorietà nazionale, numero di eventi senza limitazioni se a biglietto o gratuiti e storicità dell’evento e alto tasso di valorizzazione giovani artisti emergenti e indipendenti.

C’è una fortissima richiesta di musica indipendente ed emergente italiana dichiara Giordano Sangiorgi del MEI:

In questo mese sono esplose letteralmente le visualizzazioni di dirette live streaming di artisti indipendenti ed emergenti ed è diminuito il consumo nelle piattaforme multinazionali della musica: è il segno che se c’è l’offerta il pubblico oggi preferisce ascoltare gli artisti del nostro paese direttamente

la rete dei festival

La Rete dei Festival, che raduna oltre 100 tra festival e contest per indipendenti ed emergenti e promoter e organizzatori di eventi dal vivo, chiede i pagamenti arretrati e tutte le risorse che le imprese devono avere dallo stato e dagli altri enti inoltre lancia l’appello al Premier Conte per un sostegno alla musica e allo spettacolo dal vivo e alle aziende che investono nel settore. L’appello è molto articolato ed evidenziamo alcuni passaggi.

Siamo in una fase di grande emergenza e sono apprezzabili gli sforzi da parte del Governo, con la convinzione che tutto è migliorabile e integrabile, ma dare segnali di sostegno in questo momento al tessuto economico e alle famiglie è di grande importanza. Speriamo che i provvedimenti vadano verso una direzione di sostegno ancora più concreto per alleviare le perdite che non potranno mai essere recuperate da parte delle aziende.

Giuseppe Marasco, coordinatore de La Rete dei Festival, afferma:

Chiediamo al Premier Conte di affrontare un’annoso problema che ancora di più diventa pesante in questo periodo storico, in un momento dove la liquidità è fondamentale e si sta ricorrendo a vari strumenti per sopperire a questa mancanza; chiediamo un impegno serio, concreto e immediato per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le aziende e in particolare verso gli operatori culturali, organizzatori di eventi musicali e di spettacolo che hanno completamente ferme le proprie attività e che spesso più degli altri non sono nelle condizioni di intravedere la luce in fondo a questo tunnel.

Tutti i pagamenti del 2019 e 2020 confermati per tali aziende vanno quindi saldati quanto prima affinché tali pagamenti non arrivino quando l’azienda è oramai chiusa per fallimento.

Si tratta di risorse finanziarie già tra l’altro spese dalle aziende e già vitali prima dell’emergenza figuriamoci in questo momento. È necessario sollecitare e far andare avanti queste liquidazioni anche in un regime di smartworking e sbloccare tutti i pagamenti già rendicontati e ampiamente garantiti.

Indispensabile è quindi che tali figuri rientrino nei sostegni del Decreto Cura Italia che sta per essere approvato inserendo le figure dei produttori, promoter, organizzatori di festival e club, veri e propri motori dell’economia musicale del paese.

Ci auguriamo che tutte le richieste vengano ascoltate. Qui la petizione per sostenerli!

 

Articolo di Anna Ida Cortese