11 Febbraio 2020
di Direttore Editoriale
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11 Febbraio 2020

Riki: arrivano le scuse sui social… e sono peggio dell’insulto precedente

Il cantautore dopo aver offeso il Prof di latino di All Music Italia posta le sue "scuse" sui social. Gli risponde il nostro direttore

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Dopo l’offesa di Riki nei confronti del nostro Prof di latino, Davide Misiano (qui l’articolo), il cantautore, passate circa 24 ore, ha rotto il silenzio… peggiorando la situazione.

Per questo, dopo che il nostro Prof ha provato a spiegare al ragazzo perché quanto da lui scritto risultasse offensivo e di cattivo esempio, soprattutto per i giovani (vedi qui), ho deciso di scrivere io in prima persona commentando punto per punto quanto postato da Riki nelle sue Instagram storie.

Viviamo nel paese delle contraddizioni. Dopo il video di Gossip ho passato una settimana a sentirmi dire ‘Che schifo il video che hai fatto, baci i maschi’

Ho messo dei poster che invitavano a scriverci sopra e mi hanno disegnato sopra piselli e chiamato froc*o.

Ho passato dei periodi recenti in cui l’insulto più utilizzato era ‘bimbominchia’ e ‘finocchio’. Ho creato un billboard gigante con quel titolo proprio per far riflettere sull’odio che si scatena sul web.

Benissimo Riki, hai provato ad utilizzare la tua musica per sensibilizzare anche se probabilmente in molti non lo hanno capito. Il video è apparso come una provocazione e il cartellone e il suo messaggio non erano comprensibili a molte delle persone che lo hanno visto.

Hai ottenuto, per l’appunto, quello che ti ha detto il Prof nella sua risposta a te: la dimostrazione che purtroppo oggi l’omofobia è dilagante, che froc*o, Checc*a, Finocch*o e derivati sono, tra i maschi eterosessuali, l’insulto preferito per provare a colpire e offendere qualcuno profondamente.

A maggior ragione visto che ne hai avuto la dimostrazione sulla tua pelle dovresti aver capito che le parole hanno un peso e  di conseguenza vanno pesate.

Ho passato dei periodi a scuola in cui alcuni ragazzini mi chiamavano ‘ricchio*e’ e mi picchiavano.

Ho fatto design allo IED di Milano, tantissimi compagni erano omosessuali. Ho aperto tre start up e in una di queste uno dei miei soci è gay. Ho lavorato e lavoro tuttora con colleghi omosessuali. Nessuno mi ha mai pensato omofobo.

Ecco che arriva il solito cliché, quando qualcuno dice qualcosa di offensivo sugli omosessuali o comunque piscia fuori dal vaso nell’esprimersi, puntuale si parte con l’elenco degli amici gay che uno ha, dei collaboratori, che sono persone ‘sensibili’ e via dicendo.

E pensare che nessuno conta mai con quante persone eterosessuali lavora né ha bisogno di farlo per dimostrare che non gli stanno sulle palle gli essere umani.

Per esperienza personale ti dico che avere a che fare con omosessuali non vuol dire per forza “accettarli”, comprenderli e amarli. Ci sono persone che lavorano con gli omosessuali ma poi ne parlano come se fossero persone a cui manca un pezzo, solo perché si innamorano di altri uomini.

Il successo di un artista viene determinato dalla RESISTENZA e dalla PAZIENZA, però ricevere critiche e insulti oggettivamente ingiusti non è corretto.

Ho sbagliato, ‘chec*a isterica’ se viene detto a me va bene e nessuno può lamentarsi, se lo dico io a chicchesia succede il putiferio.

Ieri sicuramente sono caduto nella provocazione: capita di sentirselo dire da amici, di dirlo, di usarlo con altri significati ma sui social ha un altro suono, un altro peso e capisco che può offendere.

Se qualcuno si è sentito offeso mi dispiace, io non sono omofobo, ma credo che intorno a questo argomento ci sia tanta ipocrisia.

Caro Riki, se qualcuno usa la parola froc*o nei tuoi confronti hai tutto il diritto di rispondergli con i giusti modi, ovvero nello stesso identico modo in cui lo faresti se ti accusassero di essere qualcos’altro.

Ovvio è che se uno ti dice ladro ti ci incazzi anche, se uno ti dice che sei biondo lo contesti ma non ti incazzi. Sta qui la differenza, non nel come usano loro la parola froc*o ma nel come la percepisci tu.

La differenza sai qual é però? È che se a te dicono froc*o o checc*a per insultarti tu sai che non lo sei e quindi l’insulto fa, credimi, meno male. Se lo dicono a qualcuno che lo è, che per natura è froc*o, si sta insultando la sua stessa essenza, e fa male, fa un fottuto male doversi sentire sbagliati… e ci sono ragazzi e uomini che non ce la fanno a superarlo. Tienilo sempre a mente.

Alla fine di tutto ciò sai che c’è? Che avresti semplicemente dovuto chiedere scusa perché hai sbagliato, e questo è insindacabile. Hai attaccato una persona per il suo (presunto da te) orientamento sessuale e per il suo aspetto fisico.

E no, non sei caduto in nessuna provocazione, basta con questo vittimismo… su questo sito si parla di musica, nessuno cerca di far cadere nessuno in provocazioni, e la popolarità non ci è mai interessata e chi li legge lo sa e ci apprezza anche per questo.

Forse sei solo te che non hai la capacità di rispondere alle critiche con un sano confronto, anche ironico se credi, ma sano. Dici “se qualcuno si sente offeso mi dispiace” ma secondo te chi non si sentirebbe offeso da una frase come questa:

Sai cosa? Sono bello e intelligente. Andate in crisi voi brutti e ‘intellettuali’. Tu sei pure checca e le checche per definizione sono frustrati. Si vede dal tuo sguardo in quella foto“.

Mi spiace, hai perso una buona occasione per dimostrare che non sei arrogante come si dice in giro, bastava chiedere scusa senza troppe giustificazioni.

E te lo dice uno che nella vita ne ha dette anche peggio di te (scusandosi quasi sempre) ma che per fortuna è meno bello di te, ha meno soldi, non è popolare e non è preso come esempio da nessuno.

 

Massimiliano Longo