27 Ottobre 2020
di Direttore Editoriale
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27 Ottobre 2020

I disastri del nuovo DPCM sulla musica. Anche il Memo Music Club chiude il sipario. Appello a Fedez, il sindaco Sala e non solo….

I pochi locali di musica dal vivo stanno piano piano cadendo e nessuno sembra interessarsene

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Il Memo Music Club di Milano chiude il sipario?

In questi giorni si sta parlando molto del nuovo DPCM di Conte, un decreto che sta mettendo in ginocchio molti settori e lavoratori, tra questi tutti coloro che lavorano nel mondo dello spettacolo e della musica.

In tanti stanno lanciando appelli, da Fedez (qui le sue dichiarazioni) ad Audiocoop passando per tanti artisti italiani (qui).

Si parla dei grandi concerti, degli stadi, dei teatri, delle Maestranze (giustamente, sottolineiamo). Quello su cui non si sta puntando abbastanza l’attenzione sono “le piccole realtà”, i pochi locali di musica dal vivo e gli artisti emergenti che rischiano di scomparire totalmente.

Noi di All Music Italia su questo punto abbiamo cercato in ogni modo di attirare l’attenzione degli addetti ai lavori e del governo, Ministro Franceschini in primis (qui un nostro editoriale).

L’Italia purtroppo è già di suo un paese poco attento alla musica emergente a meno che questa non passi dalla televisione… Amici, X Factor o Sanremo.

Non siamo Londra o altre città europee dove, in ogni locale in cui entri, trovi musicisti sul palco intenti nel presentare le proprie canzoni inedite ad un pubblico attento.

Da noi i (pochi) locali di musica dal vivo sono costretti ad adeguarsi ad un pubblico disattento, spesso dovendo chiedere, loro malgrado, agli artisti emergenti, di proporre solo qualche inedito e per il resto cover onde evitare la fuga del pubblico.

Da noi sono pochi i locali che retribuiscono gli artisti emergenti per le loro esibizioni. Basta parlare con gli artisti stessi… “ti pago in base a quanta gente porti…”, “Ti pago in percentuale in base alle consumazioni della serata…”, “Ti pago la cena per te e il tuo gruppo…”.

Questo è quello che accade nella maggior parte dei locali. Il Memo Music Club di Milano è sempre stata un’eccezione, un’importante eccezione.

Memo Music Club di Milano, cala il sipario?

E così, mentre nei mesi scorsi già locali noti come Il Serraglio e Ohibò (sempre su Milano), hanno dovuto chiudere, oggi, 27 ottobre 2020, anche il Memo Music Club di Milano si è dovuto arrendere (almeno per il momento) e, con un’intensa diretta su Facebook la direttrice, Egle Spaggiari, ha chiuso il sipario sulle note di un brano di Otis Redding.

Per chi non lo conoscesse il Memo Music Club è un locale/ristorante che nasce molto suggestivo che nasce da un vecchio cinema a due piani.

L’atmosfera che si respira è totalmente contrastante, e questa è sempre stata la sua caratteristica più interessante. Il contrasto tra l’eleganza e il lato rustico.

Un contrasto che vive anche nella musica che questo locale ha sempre proposto alternando sul palco grandi artisti internazionali, nomi noti della musica italiana, tributi e tanti, ma tanti artisti emergenti.

Il tutto in una location in cui si respira aria di professionalità, di amore per la musica, di famiglia e in cui anche gli artisti noti erano spesso presenti per ascoltare i colleghi emergenti.

Noi di All Music Italia ci siamo spesso gemellati con questa realtà proprio perché con mano abbiamo potuto constatare il grande amore per la musica.

Fino a prima del Covid-19, e delle disastrose conseguenze economiche che ha portato, ogni artista con un progetto ha trovato spazio su quel palco e ogni artista è stato pagato, non solo con la cena, ma con un cachet variabile ovviamente in base alla popolarità dello stesso.

A nessun artista è mai stato chiestoQuanta gente mi porti?“. Consapevoli che dare un palco ad un artista può essere un sacrificio in un paese come il nostro, ma è anche un “servizio” che si da alla propria clientela e, pertanto, si paga.

L’Italia, la musica, non può fare a meno di realtà come questa. Non possiamo lasciare che i sogni dei nostri ragazzi, quelli col talento, si spezzino così a tempo indeterminato.

Servono soluzioni, serve rispetto per chi fa un mestiere che non è un hobby, ma è uno di quelli che richiede tanti sacrifici con pochissime certezze.

Per questo ci piacerebbe che Fedez, unico artista che si è dimostrato attento a tutto quello che succede, andasse un pomeriggio a visitare questa splendida location per constatare di persona cosa si rischia di perdere. E magari anche il sindaco di Milano, Sala.

Per questo vorremo che tutti gli artisti noti sostenessero con dei piccoli concerti pomeridiani i locali delle proprie città e gli artisti emergenti.

La grande musica e gli artisti possono sopravvivere, i ragazzi di talento da soli non possono farcela.

Egle Spaggiari, direttrice del Memo Music Club, interpellata per telefono ci ha detto una grande verità… “Il problema è che adesso possiamo suddividere le due cose, ciò che serve e ciò che non serve. Probabilmente andare ad ascoltare la musica live… ma qui si parla di emozione, si parla di sogni, si parla di pelle d’oca…

A me tutto questo fa scendere una lacrima, non so a voi. Che ognuno faccia il suo ma la musica, sopratutto quella attorno a cui non girano grandi capitali, deve sopravvivere.