17 Marzo 2016
di Direttore Editoriale
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17 Marzo 2016

Cara ARISA, la musica va male, ma non pensare solo a quel che manca, coltiva quello che hai

Arisa è arrabbiata… o forse delusa… o forse abbattuta. Insomma, qualcosa la turba... la rete si scatena con o contro di lei, ma cosa succede?

arisa
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Arisa è arrabbiata… o forse delusa… o forse abbattuta.
Insomma, qualcosa turba in questo ultimo periodo la cantante… cosa esattamente non si sa, ma quel che è certo è che centinaia di migliaia di persone in questi giorni stanno leggendo direttamente dai suoi social questo suo “malessere”.
E visto che ormai chiunque orbiti nel mondo della musica ne parla da giorni tra “i corridoi dei social” e non, mi sono chiesto perché non chiederlo direttamente a lei? Perché non provare ad aprire un dialogo con Arisa?


Probabilmente qualcosa non sta funzionando nella promozione del suo ultimo album, Guardando il cielo, uscito a seguito della sua partecipazione allo scorso Sanremo. Da diversi giorni infatti Rosalba posta stati che lasciano trasudare a volte rabbia a volte delusione.
Io come molti altri addetti ai lavori ovviamente me ne sono accorto… non facciamo gli ipocriti, di questi stati di Rosalba se ne parla, eccome se se ne parla.

Personalmente fino ad oggi ho voluto ignorare la cosa ed ho anche chiesto espressamente alla mia redazione di non scrivere nulla al riguardo… questo perché guardando dall’esterno Arisa in questi sette anni di carriera, sopratutto negli ultimi, ho capito che è una donna molto istintiva… una che capita che cali totalmente la maschera dell’artista e rimanga “nuda” di fronte a migliaia di persone, qualche volta magari pentendosene come capita a tutti noi; e infatti alcuni dei suoi status degli ultimi giorni sono stati rimossi dopo la pubblicazione.
Il problema di questi sfoghi è che noi “non famosi” non siamo sotto l’occhio attento di milioni di persone, quindi riusciamo quasi sempre a “farla franca”, Arisa invece è nel bene e nel male un personaggio pubblico.
L’unica cosa che può destabilizzare chi legge è il fatto che Rosalba scrive tanto (come il sottoscritto in pratica) e, seppur lo faccia lanciando delle frecciate nette e decise, non spiega mai la situazione che la turba con chiarezza, un atteggiamento che non fa bene né a lei, né a chi lavora con lei… ma a chi sono indirizzati questi post?
Al pubblico, ormai totalmente impigrito, che non compra quasi più dischi?
Alla sua casa discografica che non la supporta quanto lei vorrebbe?
A chi si occupa della sua promozione?
A tutti quelli di cui sopra?
Non si sa… e onestamente non è nemmeno il chi che è importante, ma il cosa turba Arisa.

Il primo post sull’argomento è arrivato qualche giorno fa quando Rosalba ha scritto:

Ce l’avete tutti il singolo #Guardandoilcielo ? se non ce l’avete domani di buon mattino andatelo a ritirare dal vostro negoziante di fiducia, oppure scaricatelo legalmente. Forza. Che se no questi mi mollano! Non è che ho paura di essere licenziata. Però di questi tempi… comunque la mia casa discografica è abitata da inconsueti figuri. Ma non c’era una volta un cartone animato in cui c’era il pianete dei Warneriani?

Il giorno dopo arriva un nuovo post ancora più seccato che però, avendolo Arisa stessa cancellato da Facebook, ci sentiamo a questo giro di non riportare per rispetto in fondo cambiare idea è un diritto di tutti….
Quelle che la cantante scrive sono parole dettate dalla rabbia verso qualcosa che non funziona, come se Rosalba sentisse il suo disco abbandonato al suo destino.
L’Altro ieri infine arriva l’ultimo post di questo tipo…

Abbiamo chiuso la rimembranza delle serate in cui ho partecipato a Sanremo2016. Cambiamo pagina e non ne parliamo più. #guardandoilcielo meritava un interprete più in forma e una squadra in pendant. Non si trascinano le minestre per i capelli. Le minestre non dovrebbero averne di capelli, quando ce li hanno non digerisci bene, vedi tutto nero e nulla ti piace. Niente padri né fratelli oltre a quelli che hai di sangue. Ricorda, non credere a chi ti dice che sei speciale, anche #jovanotti lo diceva. Decidi tu cosa sei e cosa vuoi dalla tua vita.
Gli amici veri non guadagnano su di te e i professionisti che devono accompagnarti non si scelgono tra gli amici.
Lo possono solo diventare.
La fiducia si guadagna. La superficialità si paga. Adesso sono sola, libera. Tutto è da costruire. Mi sento come se avessi di nuovo 19 anni e stessi per partire per l’università come 14 anni fa.. Un foglio bianco e tanta voglia di scrivere. Che quello che mi spetta venga a me e che anch’io trovi la forza di cercarlo dentro e fuori… il mondo è sconfinato, le idee in circolo. Voi state con me”.

Da questo ultimo post si potrebbe dedurre tutto e il contrario di tutto.
Ma a noi non interessa farlo, interesserebbe capire, ci piacerebbe molto che fosse Arisa a mettere chiarezza in questa situzione.
Aprirsi così tanto con i propri fan su una pagina pubblica è un arma a doppio taglio. Non sempre è necessario farlo e non per mancanza di trasparenza, ma semplicemente perché anche la musica è un lavoro e, facciamo un esempio, se io fossi un impiegato e domani dovesse succedere che il mio capo non desse il giusto valore al mio lavoro, difficilmente potrò scriverlo apertamente su Facebook perché sono conscio che se lo leggesse o se qualcuno glielo facesse leggere, sarei licenziato all’istante.
Come si suol dire “i panni sporchi si lavano in casa…” e, al massimo, se proprio non si risolve nulla, allora si lavano nella piazza comune confrontandosi con gli altri.

La mia idea personale è che Rosalba non debba dimostrare nulla sulle sue grandi qualità vocali, e che già aver cantato la canzone più bella degli ultimi dieci Festival, La Notte, un brano destinato a rimanere nei decenni a venire sia un bel traguardo raggiunto. Credo però che debba anche imparare a gestire la sua irruenza perché come dicevo poche righe più su, ci sono centinaia di migliaia di persone che leggono quello che scrive e, non solo giudicano lei, ma attraverso le sue parole “giudicano” gli interlocutori misteriosi a cui si rivolge… da quello che ho visto posso dirvi che non credo si rivolga alla sua casa discografica, in Warner Music vi posso assicurare che ci sono un sacco di persone che lavorano al progetto di Arisa e al suo sviluppo e che molte di loro sono professionisti/e che si fanno veramente un “culo grande come una casa” per cercare di far funzionare le cose. Certo, tra loro ci sarà sicuramente anche qualcuno che pensa che non tutti i progetti possano funzionare e quindi lavora con un po’ meno di entusiasmo, ma anche questo è normale… succede in qualsiasi azienda e la musica, per quanto sia arte, è comunque amministrata da aziende.
Ecco, questa è l’unica cosa che “rimprovero” ad Arisa, lo scrivere pubblicamente non centrando il corretto interlocutore.

Oggi la gente non compra più i dischi… la gente spesso li compra indirizzata dalla televisione e dal suo potere mediatico… in televisione non ci sono più spazi per la musica a parte i talent e Sanremo… le radio trasmettono molta più musica estera che nazionale e, a volte, se non entri nel giro di determinate radio la tua canzone nemmeno passa… e infine, in Italia non ci sono leggi che tutelino la musica nazionale.
Quindi i motivi per incazzarsi o essere delusi ci sono, e sono parecchi, ma a me hanno insegnato a guardare sempre chi è più sfortunato di me… e c’è sempre uno più sfortunato di me.

Arisa è un’artista che riesce ad andare con abbastanza facilità al Festival di Sanremo, persino in ruoli diversi… hai una major discografica che crede in lei, uno zoccolo duro di fan che ha costruito negli anni e, dall’altra parte, ci sono tanti talenti validi “emergenti” che tutto questo non ce l’hanno e probabilmente non lo avranno mai, perché oggi non è più “uno su mille ce la fa”, ma uno su un milione come minimo.
Quando qualche mese fa ci siamo incontrati nella round table del suo disco prima del Festival disse a noi “giovani” blogger che era nostro dovere aiutarvi a tutelare la musica italiana… far rumore perché qualcosa cambiasse visto che non esiste una legge come negli altri stati che tuteli quest’arte… quando le risposi parlando della nostra petizione (questa, con oltre 6.300 firme) per gli emergenti e le feci notare che lei, come altri, non l’aveva appoggiata ne diffusa, mi rispose che “il giardino è piccolo e quindi tutti si ha un po’ paura che ci portino via un pezzo di terra…
Ecco, non credo ci sia nulla di più sbagliato! Il giardino è piccolo perché qualcuno ha voluto recintarlo, ma se vogliamo abbattere queste recinzioni dobbiamo avere il coraggio tutti di esporci pensando che l’emergente di oggi potrebbe essere l’Arisa di 7 anni fa e non che possa essere l’Arisa di domani.

Cara Rosalba… io non posso nemmeno immaginare (o forse sì) come ci si senta a veder messo in un angolo il lavoro di mesi, a vederlo non sufficientemente messo in luce… 
Però posso dirti che, se vorrai, questo sito è aperto per te, perché tu possa spiegare più che a me, a tante persone che ascoltano musica, ma che poco capiscono dei meccanismi discografici, cosa sta succedendo.