7 Giugno 2017
di Scrittore
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7 Giugno 2017

FEDERICO TRAVERSA intervista GIULIO CESARE GIACOBBE: come liberarsi dallo stress (nella musica e non solo)

ATTENZIONE! Oggi in "Sandman chiAma Italia" intervista GIULIO CESARE GIACOBBE che spiega come vincere lo stress, a cantanti e non...

GIULIO CESARE GIACOBBE
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Giulio Cesare Giacobbe è un professore universitario e psicologo in pensione ma, soprattutto, uno scrittore di assoluta profondità e immediatezza. I suoi libri – un modo semplice ma efficace di affrontare stress, inquietudini e turbamenti dell’animo umano – sono stati tradotti in tutto il mondo e continuano a ottenere un successo straordinario.

Dopo un lungo silenzio è da poco tornato in libreria con un nuovo illuminante lavoro “Vademecum Antistress” edito da Roi. Lo incontro nel giardino della sua casa di Arenzano per un’intervista che spero possa essere utile a tutti i lettori di Sandman chiama Italia.
Già perché, ve lo dico per esperienza, i suoi rimedi funzionano!

Professore, oggi siamo tutti stressati, ansiosi, ostaggi delle nostre paure.
Come mai si è tutti così stressati?

Lo stress non è altro che la paura del bambino di fronte alla vita che non sa affrontare. Qualunque cosa per il bambino diventa un problema insolubile perché non è in grado di stare in piedi da solo e affrontare le difficoltà. E quindi ha paura di tutto. Siccome più del 90% della popolazione, non solo in Italia ma in tutti i paesi industrializzati, è costituita da bambini, cioè adulti che non sono cresciuti, quindi psicologicamente bambini, ecco che la gente ha timore di tutto e va in stress per qualunque cosa. Il problema è tutto lì. L’adulto invece ha imparato a stimarsi e ad aver fiducia di sé, si è convinto di poter affrontare qualsiasi difficoltà e problema e quindi non va in stress. Molto semplice.

Se osservi con attenzione anche il cinema ha idealizzato e stereotipato queste due personalità. Il bambino è il personaggio comune di tanti film, il personaggio che ha paura di questo e quello… ed ecco nascere quindi tutta la cinematografia realistica o commediografica in cui le storie si reggono sui problemi della gente. Poi c’è tutta un altro filone cinematografico che invece si basa sull’eroe, che può essere un criminale o uno 007, ma è comunque una specie di superman che non ha paura di niente e risolve tutti i problemi. È un po’ l’epitome dell’adulto, quindi bisognerebbe diventare dei superman, cioè degli adulti che non hanno paura…
Questa non è una cosa facile, e allora bisogna dare dei consigli a questi bambini/adulti perché non se la facciano addosso ogni momento. Il mio consiglio, che poi è lo stesso del Buddha, è di fare 10 respiri profondi fino a calmare il respiro; così facendo, quando arrivi al decimo respiro, ti accorgerai che non hai più nessuna paura perché le paure sono create dalla tua mente e non esistono nella realtà.

Questo suo nuovo libro raccoglie tanti illuminanti messaggi che già aveva suggerito nei suoi precedenti lavori, da “Come Smettere di Farsi le Seghe Mentali e godersi la vita” a “Come diventare un Buddha in cinque settimane”. E cioè: imparare a guardarsi dall’esterno e smetterla di identificarsi con i propri pensieri sono autentiche chiavi per liberarsi dall’ansia. Ora mi tolga una curiosità: sono più stressati gli uomini o le donne, professore?

Ma non saprei, è la personalità infantile che porta lo stress e quindi è divisa equamente. Il padreterno non è mai stato tanto equo ma in questo caso sì, una volta tanto. Quindi sono stressati sia gli uni che le altre. Comunque direi un filo in più le donne per il semplice fatto che parlano di più, quindi pensano di più e si stressano di conseguenza.

Leggendo il libro si evince che un altro segreto per vincere lo stress è riuscire a vivere nel momento presente, senza pensare al passato e al futuro. Come si fa?

È molto semplice, basta portare l’attenzione dai propri pensieri alla realtà materiale che ti circonda. Così facendo tu diventi la realtà che ti circonda, agisci nella realtà che ti circonda e sei presente nella realtà che ti circonda. Questo è lo zen, i primi due sentieri della via del Buddha. Il Buddha ha indicato cinque sentieri, in realtà i canonici ne hanno otto ma per me ne valgono essenzialmente cinque (Vedi Come diventare un Buddha in cinque settimane nda) .
Il primo è controllare la mente, che significa essere consapevole che il pensiero si genera da solo.
Il secondo è essere presente nella realtà, e questo è lo zen. Poi il Buddha va avanti e arriva a sviluppare l’accettazione del cambiamento continuo della realtà, la non possessività e l’amore universale. Così si diventa un Buddha ma possiamo anche farne a meno. La cosa importante per eliminare lo stress è vivere nella realtà che ci circonda e non nei pensieri che ci sono dentro la nostra testa. Tutto qua.

Qui su All Music Italia parliamo di musica, e tanti musicisti ci leggono e seguono. Persone che salgono sul palco, si esibiscono davanti a tanta gente e quindi si trovano a gestire uno stress ulteriore. Questi consigli vanno bene anche per loro? O possiamo aggiungere qualcosa?

Sono validi per i musicisti come per tutte le persone che fanno spettacolo. Partiamo dal presupposto che se i bambini sono il 90% della popolazione mondiale negli artisti sono il 100%.
Infatti l’esibizionismo che serve per avere successo sul palco è una componente tipica dei bambini. Quindi è chiaro che tutti i così detti artisti sono presi dal panico quando devono esibirsi. Il consiglio più radicale che mi sentirei di dare loro sarebbe quello di crescere e diventare adulti così la smetterebbero di fare gli artisti ma mi rendo conto che sarebbe esagerato. Quindi quello che mi sento di suggerire è di seguire lo zen, e cioè non pensare al palco, al pubblico, a loro stessi o alla cornice che li circonda ma focalizzare l’attenzione solamente sul pezzo da suonare e da cantare.
E così svanisce qualunque stress e paura.

Tra i musicisti italiani c’è qualcuno che le piace?

Mah, non sono un grande esperto di musica, specialmente di quella contemporanea
Mi piace Franco Battiato perché possiede un tocco più raffinato. Poi De André, come a tutti quelli della mia generazione, e Paolo Conte, perché ha una musicalità rozza ma profonda.
Anche alcune canzoni di Ligabue non sono male, non tutte però.

Grazie del suo tempo, professore, mi sento già meno stressato.

Ora vai che devo pensare a cose più serie, è il momento di piantare i pomodori.

Saluto il professore ringraziandolo per la chiusura che mi ha regalato… più zen di così.
Alla prossima, guagliù.