4 Agosto 2015
di Cantautrice
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4 Agosto 2015

La bellezza inconsapevole di chi non ha niente da perdere

Romina Falconi torna con il suo blog e ci parla della nascita del suo cd e della bellezza inconsapevole di qualcosa che nasce quando nessuno te l'ha chiesto

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Esattamente due anni fa cominciavo a fare il viaggio più assurdo e bello della mia vita.
Tropici? No, Milano.

Uno studio di registrazione e due fratelli pazzi e visionari come me (nel cammino se ne sono aggiunti altri, e meno male).
Mai una volta uno di noi ha detto: “faremo chissà cosa“, “salveremo il mondo“(questa la capiamo in pochi), “venderemo dischi“, “il mercato…“. MAI.

Ci siamo chiusi nel bunker con 10 buste piene della spesa e la voglia di lavorare.
Nessuna speranza,per carità, guai a darle corda. La vita è crudele con la speranza.
Mi dirai:”e allora cosa vi spingeva a buttarvi in un progetto nuovo, un lavoro nuovo, se non siete ricchi e decidete di rischiare, giocarvi le giornate e mettervi a capofitto su qualcosa che verrà messa sotto una lente che assomiglia più a una pubblica gogna che a una cosa che ha a che fare con l’Arte??
Ci mancava qualcosa. Come quando si vuole fare il primo figlio, mica lo sai se sarai in grado; lo fai perchè vuoi farti attraversare dal cambiamento, vuoi lasciare un’impronta, lo fai perchè senti che la voglia supera la pigrizia e il timore.

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Dopo due anni, soddisfatta e grata, mi ritrovo in quello studio con quei due mezzi matti che mi hanno dato retta.
Fortunata? mmmh, forse ma l’aggettivo esatto è: ostinata.
Ho sempre pensato che le prime opere siano le più vere, le meno ragionate.
Ah, è vero pure che c’è chi riesce a non farsi contaminare (saranno due o tre esemplari), di solito il ventesimo disco non sembra mai puro come il primo.
Sarà che se pensi ad un pubblico, hai finito di scrivere, hai finito i giochi.
La bellezza inconsapevole di ciò che si crea quando si hanno le pezze al culo (letteralmente e/o metaforicamente) è una cosa che ti invidierai da solo, quando saprai di sapere troppo perchè la saggezza divora l’impeto.
La bellezza di qualcosa che nasce quando nessuno te l’ha chiesto e nessuno sa chi sei.
E dici quello che tra 10 anni non potrai dire e ignori regole che poi dovrai soccombere.
Saprò sbagliare meglio ma intanto ho capito che questo tempo lo ricorderò come il più tenero e potente.
Sii padrone delle tue azioni, lasciala sta’ la speranza che è ‘na gran zozzona.
Ricordati che non cambierai proprio un bel niente, al massimo potrai cambiare tu ma ti sembra poco?
Ricordati che sorriderai di questi momenti, di questi “problemucci”, le cose gravi non sono i piccoli ostacoli quotidiani.

Il mio disco uscirà, e come è giusto che sia, ho scritto 98 canzoni per averne idonee 10 (a mio parere, eh), non me ne importa nulla del domani perchè non ho precedenti da superare. Il domani è già troppo oltre per una come me.
Ti farò un reportage molto casereccio di questi giorni di prove, rischi e bellezza.
Sono grata a quei matti che mi sopportano, a chi ho incontrato lungo il cammino e alla mia testardaggine che mi ha fatto dormire poco e male, mi ha fatto chiudere con chi mi voleva remissiva e nell’azienda di famiglia (… va beh, stendiamo un velo PELOSO che per questa storia mi servono altre 3 pezzi del blog) ma io sono dove dovevo essere, matta scintillante che prova a dare un senso al suo personalissimo tempo.

E tu dove sei? Dimmi che riuscirai anche tu a non farti togliere quello che sai fare.
Resisti, per favore, buttati e rischia di sorridere…