24 Settembre 2016
di Riff di Carta
Condividi su:
24 Settembre 2016

RECENSIONE:
LUCIO BATTISTI – Parole di Lucio di Renato Marengo

RIFF DI CARTA rubrica che recensisce libri che parlano di musica e artisti oggi ci parla di Parole di Lucio,libro sul grande Lucio Battisti

lucio battisti
Condividi su:

Titolo: Parole di Lucio
Autore: Renato Marengo
Editore: Chinaski
Prezzo: 16,00 €

Finalmente torniamo ad occuparci di libri musicali, con un testo davvero pregevole che uscirà il prossimo 29 settembre per Chinaski Edizioni e verrà presentato in anteprima nazionale al MEI di Faenza sabato 25.
Parlo di Parole di Lucio, del celebre giornalista e produttore musicale Renato Marengo.

Nel 1974 un giovane Marengo si trovava allo studio Il Mulino in compagnia di Tony Esposito, per registrare il secondo disco del celebre percussionista napoletano, Processione sul Mare. Sfortunatamente i due trovarono la sala d’incisione occupata da uno che non si poteva proprio mandare via: Lucio Battisti. Il nostro stava procedendo al riascolto di uno dei suoi dischi più celebri e ricercati, quell’Anima Latina che segnò il suo passaggio a un rock sperimentale dalle tinte quasi prog.

La cosa curiosa fu che, dopo le iniziali ritrosie, Renato e Lucio strinsero un’amicizia sincera, si scambiarono idee, vivendo per giorni fianco a fianco come due vecchi amici. Il risultato di quell’inaspettata armonia fu una lunga intervista che il sempre taciturno Battisti decise di concedere a Renato, e questo dopo anni in cui aveva smesso di parlare con i giornalisti. Uno scoop clamoroso che fece a vendere a Ciao 2001, la storica rivista rock per cui scriveva Marengo, quasi un milione di copie e che venne ribattuta da tutti i principali giornali del paese.

Parole di Lucio racconta, senza filtri ne censure, gli incredibili giorni di un’epoca d’oro ormai perduta per la musica italiana e ci regala un Lucio Battisti che mai avremmo immaginato. Impreziosito dai ricordi di tanti artisti presenti durante i giorni dell’intervista al Mulino, da Alberto Radius a Tony Esposito, e da un saggio introduttivo del musicologo Gianfranco Salvatore, il libro è un documento unico per comprendere l’evoluzione del musicista Battisti che, stanco dell’immagine che di lui davano scientemente uffici stampa e produttori, scelse di liberarsi dei propri fardelli. E parlò, finalmente da artista, della musica che ascoltava, dei suoi gusti, dei suoi viaggi – come quello appena fatto con Mogol in America Latina dove la musica sgorgava tra la gente – dei dischi che ascoltava, dei concerti che vedeva, degli artisti internazionali che amava e ai quali si ispirava, delle sue passioni, ma pure della stanchezza e del suo non sopportare più il fatto di essere noto soprattutto come cantante e non, come avrebbe da sempre voluto, come compositore.

Una lettura consigliatissima davvero, possibilmente in combo con il riascolto di quell’incredibile gemma in sette note che è Anima Latina, a parere di chi scrive uno dei dischi italiani più belli di sempre.