28 Settembre 2018
di Interviste, Recensioni
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28 Settembre 2018

Malika Ayane – Domino – Recensione

E per la prima volta il nostro critico musicale va in corto circuito di fronte all'ascolto di un album... "Domino" di Malika Ayane.

Malika Ayane
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Esce il nuovo disco di Malika Ayane e, caso più unico che raro, mi trovi di fronte ad una recensione davvero difficile da fare…

Antefatto: Che mi combini Malika? Perché mi metti in crisi così? Come faccio a recensire il tuo nuovo album Domino cercando di far confluire in un’unica manciata di righe i diversi stati d’animo che ascoltarlo mi ha provocato? Come faccio a far convivere il giornalista e le sue esigenze che è quindi felice di ascoltarti completamente diversa da quanto hai fatto fino ad oggi, cosa questa che andrebbe osannata con genuflessioni e testa bassa, data la scarsa propensione degli artisti odierni a rinnovarsi, o semplicemente non scimmiottarsi, con quella dell’ascoltatore comune tradito dalla mancanza del brano che ti prende alla pancia, quello con la melodia senza tempo che sempre sei stata capace di regalare, quello che ti porti dietro nei ricordi e lo appioppi alle più disparate situazioni della tua vita, per lo più le sentimentali, diciamoci anche questo?

Come faccio a far andare a braccetto lo stupore di ascoltare alcuni arrangiamenti così insoliti se sopra ci poggi un testo in italiano, con l’assoluta assenza, fatta eccezione per la nota Stracciabudella, ( che pure del suo tempo ha insolitamente avuto bisogno ) del pezzo che impari a memoria e con cui la radio ti sfonda per oltre tre mesi le meningi?

Tutte domande a cui non so sinceramente rispondere e ti ringrazio pure, perché mi hai fatto capire che persino una cosa che sono abituato a fare, che mi riesce facile, come quella di spiegare i dischi dal mio punto di vista, può non essere sempre così … facile per l’appunto! Non trovo nemmeno altre parole vedi? Ed allora ho deciso di fare in questo modo: racconterò Domino da due punti di vista differenti, quello del giornalista o che si voglia persona un po’ più erudita in materia e quello del comune ascoltatore medio di musica, quello che accende radio, tubo o tv per la sua semplice, e per lo più distratta, dose giornaliera di compagnia in note.

Partiamo allora dando voce al mestiere… ATTENZIONE, NOTA DELLA REDAZIONE: a causa di un problema con la cartolina digitale i brani non sono stati ascoltati da Fabio Fiume nell’ordine della tracklist dell’album.

Torna Malika Ayane e lo fa scombinando tutte le carte, quelle che lei stessa ci ha propinato in questi primi 10 anni di carriera come presentazione prima, conferma poi. Il suo come back è affidato a questo Domino , sussidiario con rilegatura completamente elettronica, salvo rare eccezioni, come la linea guida piano e batteria della conclusiva Vestito Di Domenica, fatta di beat per lo più originali se pensati completati con un linguaggio che non è anglosassone. Il tutto sembra concepito come se si fosse in un loop continuo; trovata la linea centrale dell’arrangiamento, con quello si prosegue! E’ così nella confidenziale apertura di Imperdibile in cui la Ayane ha ampie strofe recitate, raccontate più che cantate, o nell’attuale singolo, Sogni Tra I Capelli, che ha testo di grande intimità, in cui gli stessi sogni si confondono con i propri difetti da tenere chiusi nei cassetti, tra la luce che piano pretende ogni centimetro di noi. E’ forse ad oggi il “singolo meno singolo” di sempre per Malika.

In tal senso sembra più adatta Quanto Dura Un’Ora che ha base ipnotica e linea melodica affidata al cantato, oltre che un’ evoluzione, seppur tenuta volutamente pacata, nell’inciso rispetto alle strofe; cosa invece più rimarcata in Questione Di Forma , vintage nell’arrangiamento, ma con un testo non altrettanto ispirato. Nodi è una ballata in cui l’orgoglio non è utile quanto guardare indietro e ripulire, che poggia tutta sul colore della voce dell’artista, e sulle sue modulazioni, mentre Non Usciamo è il brevissimo festeggiamento ad una quotidianità che ci può anche bastare, renderci felici. Interessante e nuova, soprattutto per i controtempi, la ritmica di Per L’Abitudine, ma il nuovo percorso di Malika Ayane si sublima in Stracciabudella, il particolarissimo singolo che ha aperto le porte alla sua nuova musica, che unisce innovazione nel sound ma anche melodia ( soprattutto nell’inciso ) che permette alla nostra di ricordarci quanto sia brava e particolare al contempo. Domino è la novità, il vento nuovo in cucina che scaccia ciò che ripetuto poteva diventare indigesto come il fritto di certe friggitorie che non cambiano l’olio fino a che questo non diventa mastice sulle patatine all’interno cotte.

Domino è una possibilità che Malika si è concessa per fare quel che voleva in libertà e libertà e novità sono due concetti che usati con simil sapienza non possono che far bene.

BRANI MIGLIORI: Stracciabudella, Quanto Dura Un’Ora, Nodi, Per L’Abitudine
VOTO: 8/10
L’ascoltatore Medio risponde…

Molti aspettavano il ritorno di Malika Ayane ad oltre due anni di distanza dal precedente lavoro Naif e quando quest’estate l’artista italo/marocchina è ripiombata di peso sull’airplay con un pezzo accattivante come Stracciabudella che pur la sua fatica l’ha fatta per catturare l’attenzione del pubblico medio, hanno subito cominciato a contare i giorni che li separavano da un nuovo disco in cui andare alla ricerca della canzone con cui vestirsi per una nuova stagione, stile Come Foglie, E Se Poi, Senza Fare Sul Serio, Ricomincio Da Qui e tutti i suoi successi. E non è difficile pensare, ascoltato questo Domino, che tale pubblico rimarrà deluso.

Dov’ è la nuova canzone che vince il tempo come quelle citate qui su? La canzone per tutti, quella che trascina un lavoro, quella se vogliamo anche più ruffiana, ma che fa da promotrice ad un lavoro in cui si prova a dire tanto altro? In Domino questa canzone manca. Non può esserlo di sicuro il nuovo singolo Sogni Tra i Capelli, dalla struttura musicale ripetitiva, in cui il modo di cantare arzigogolato di Malika rende il risultato troppo pesante per vincere le sempre ristrette visioni radiofoniche che prediligono l’immediatezza e non lo sono gli altri tre up-tempo del disco e cioè Per L’Abitudine, Questione Di Forma e Quanto Dura Un’Ora. Se il primo di questi tre pezzi, dalla ritmica interessantissima, non ha inciso sufficientemente potente e il secondo, dalle sensazioni più vintage, sembra affrettato nella chiusura e lasciato incompleto nell’inciso stesso, come se mancasse un pezzo di testo sostituito dai girigori della nostra, è il terzo che fa più dispiacere; perché Quanto Dura Un’Ora è un brano bellissimo, dal testo intimo e sensibile a cui però sembra volutamente eliminata una possibilità d’esplodere e quindi colpire anche l’ascoltatore che, magari distratto, non presta attenzione a cosa stai dicendo.

Il bello in tutto questo è che, per arrivare ad ascoltare queste tracce, devi passare i primi 4 brani del disco, cupi nel sound, non così orecchiabili ed immediati, di quelli che insomma, se non hai voglia di un ascolto approfondito li skippi alla grande, compresa la brevissima Non Usciamo che pure per tema, ( la ricerca della felicità nelle piccole cose che abbiamo ) poteva essere un’arma di maggiore offesa se non sprecata in un sincopato racconto dall’ atmosfera troppo distaccata. Va da se che il brano migliore è proprio quella Stracciabudella per manifesta superiorità, capace come è di unire innovazione per il repertorio della cantante, suoni all’avanguardia, testo tra le cui righe trasuda passionalità ed inciso melodico ed accattivante… che pur però non è andata come ci si aspettava esattamente.

Domino è quindi un album che potrebbe tradire chi Malika la ama, che potrebbe non mostrare della stessa artista quel controsenso della sua personalità e cioè una carnalità tangibile che però vola due metri alta da terra, dallo squallore di cose volgari o per lo meno solite. E potrebbe, dopo Stracciabudella, tradire anche le radio che l’hanno sempre amata e passata molto anche quando i brani che non erano propriamente leggerissimi, leggasi Adesso E Qui, Il Tempo Non Inganna, Neve Casomai etc..

BRANI MIGLIORI: Stracciabudella
VOTO: 4/10


TRACKLIST

1. Nodi
2. Questioni di forma
3. Per abitudine
4. Stracciabudella
5. Imprendibile
6. Non usciamo
7. Quanto dura un’ora
8. Nobody knows
9. Sogni tra i capelli
10. Vestito da domenica

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