23 Luglio 2016
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23 Luglio 2016

NONSOLOMUSICAITALIANA: il report degli Skunk Anansie live @ Postepay Sound Rock In Roma 2016 (FOTO ESCLUSIVE)

Lo scorso 15 luglio gli Skunk Anansie di Skin si sono esibiti al "Posterai Rock in Roma". Noi c'eravamo... ecco il report e le foto esclusive

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Oggi per la nostra rubrica NONSOLOMUSICAITALIANA vi proponiamo il nostro report con foto esclusive del live degli Skunk Anansie guidati da Skin che in fondo, dopo l’esperienza come giudice a X Factor dello scorso anno, un po’ italiana lo è diventata…

Le aspettative coltivate quando superi i cancelli dell’ippodromo delle Capannelle sono davvero alte.
In fondo oggi Roma ospita uno dei maggiori festival di musica Rock, il Postepay Sound Rock in Roma: a fare da padroni di casa il 15 luglio sono loro, gli Skunk Anansie.

Dunque le aspettative alte, forse altissime, scandite e non tradite da Skin e dalla sua band, che consuma sold out e incendia i palchi e le platee delle maggiori città con annessi festival di mezza europa.
Li avevamo già visti, apprezzati e osannati nell’ormai storico concerto dell’Alcatraz di Milano lo scorso 17 febbraio, ma questa volta Skin & Co. hanno fatto molto di più.

La folla è un’immensa distesa di cappelli giallo fluo del Postepay Festival, mani al cielo e festeggiamenti di gruppo. La prima fila è una lunga distesa di abbracci e risate, più che un festival rock sembra un’immensa festa autocelebrativa e io ne approfitto per interagire e scattare foto ai più temerari che hanno avuto il coraggio e la fortuna di attaccarsi alla transenna centrale.
La stessa che più volte vedrà Skin arrampicarsi per abbracciare il suo pubblico e utilizzarlo come fluido tappeto di mani che la sorregge quando si tuffa nella gloria della consacrazione rock!

Istronica, androgina, aliena e imprevedibile, puntuale incontenibile, la pantera dark sale sul palco ed è subito un’esplosione di adrenalina. ll cielo di Roma si colora di giallo fluo, cappelli lanciati in aria, una nube di terra si alza, la gente salta, urla, trema e vibra sulle chitarre distorte che danno il via al cerimoniale Skunk!

Tanti i brani in scaletta, fra glorie passate e gemme di pura poesia ermetica come Tear The Place Up, I Believe In You, That Sinking Feeling, God Loves Only You, My Ugly Boy, I Can Dream, The Skank Heads
I pezzi forti dell’incendiata serata sono i capolavori inossidabili, quelli che hanno creato, forgiato e plasmato la generazione Skunk, rappresentazione di una legione di teenagers anni 90 persi e ritrovati nell’alienata ed emotiva introspezione, cupa e ribelle, graffiata e abusata nell’aggressivo attaccamento alla libertà.
Follow Me Down, Charlie Big Potato, Hedonism (Just Beacause You Fell Good), Secretly, sono il mix perfetto di rock, vita e sangue. Il pubblico galleggia fra emozione e liberazione; si alternano i nuovi capolavori di Anarchytecture… Love Someone Else, Bullets, Without You, Death To The Lovers… la capacità di Skin di trascinare nell’esagerazione emotiva è impressionante.
Tutto è come lei, esagerato: emozioni esasperate, rabbia smisurata, energia incontenibile, dramma e verità sentimentimali baroccheggianti, gotiche, estreme.

Come di estrema bellezza e intensità è il finale.
Sulle note di Little Baby Swastikkka (capolavoro tratto dal primo album della band, Paranoid & Sunburnt, 1995), Skin urla il suo amore (anch’esso estremo), per l’Italia.

… Ciao, sono italiana!

Con queste parole di gioiosa adozione conclamata, Skin ha aperto il fantastico concerto del Rock In Roma 2016, e noi siamo contentissimi di averla adottata!

skunk anansie

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Articolo e foto: Giuseppe Mazzola per All Music Italia