26 Dicembre 2016
di Interviste, Recensioni
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26 Dicembre 2016

Il pop non sarà più lo stesso, addio a GEORGE MICHAEL

Il Natale 2016 sulle note della sua "Last Christmas" si porta via anche un'altra grande star del pop, George Michael. Ecco il nostro ricordo.

george michael
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In un anno che volge al termine e che nel suo scorrere ha deciso di portarsi via diversi miti, George Michael ha deciso che forse era il momento più giusto anche per lui. Non si è reso conto che però il mondo si sarebbe sentito ancor più solo, che lo avrebbe pianto proprio nel giorno che Last Christmas assumeva un significato ancora più forte.

Anche in questo George è stato artista! Ha scelto la giornata di Natale, una giornata che è già adornata in quasi tutto il mondo dalle migliori scenografie ed ha, proprio a sua firma, una meravigliosa colonna sonora. Era inattivo discograficamente dal 2004, eppure i 31 anni di carriera precedenti avevano inchiodato alla mente talmente tanti successi da mostrare quanto il pop per un cantautore del genere non avesse segreti.

Dal 1981 al 1986 è stato mezzo mondo ( assieme ad Andrew Ridgeley ) degli Wham! Dicevano che faceva musica per adolescenti… ma si sa, devono sempre criticare. Quanto c’è di adolescenziale in brani come Club Tropicana, Wake me up before you go-go, Careless Whisper, Freedom, The edge of Heaven, I’m your man o nella cover tutta sax di Where did your heart go? Oggi suonano come capolavori leggeri e sinuosi, romantici o energici, e soprattutto pieni di quegli strumenti che il pop leggero, adolescenziale, in linea di massima non vuole.

E poi vogliamo parlare della carriera solista? Molti citeranno qualche pezzo, ma io, in questo mio saluto, voglio citarli davvero tutti, o almeno ci provo, visto che ho amato quella voce, sperando che chi mi legge, avrà voglia di andare a sentire quanto di bello ha fatto, da A different corner, I Knew you are waiting (con Aretha Franklin), I Want your Sex, Faith, Father Figure, One More Try, Kissing a Fool, Monkey ( tutte nell’album Faith ), Praying for time, Freedom ’90 ( che poi rifece Robbie Williams) ,Don’t let the sun go down on me (con Elton John), Too funky, Jesus to a Child, Fastlove, Spinning the Wheel, Older, The Strangest Thing, Star People, Outside, As (cover di Stevie Wonder con una strepitosa Mary J Blige), If I Told you That (con Whitney Houston), Freeek!, Amazing, Powerless, An easier affair, This is not real love (con la ex Sugababes, Mutya Buena) ed il disco tutto omaggio a Freddie Mercury accompagnato dai Queen e tra gli altri con uno stupendo duetto con Lisa Stansfield, e poi tutte le collaborazioni con i progetti benefici, come quello della Band Aid per la sempre verde Do They know it’s Christmas che proprio nel Natale del 1984 impedì a Last Christmas di raggiungere il n° 1 nella classifica inglese. Ma con lui li c’erano Sting, U2, Boy George, Duran Duran, Simple Minds, Bob Geldof, Midge Ure, Phil Collins, Spandau Ballet, Paul Young (che cantò un pezzo di strofa scritto per lui da David Bowie), Paul Weller, Spandau Ballet, Frankie Goes To Hollywood, Bananarama, Paul McCartney, insomma un tripudio di star.

E poi per il costume e colore George era bello. Con gli Wham! aveva letteralmente fatto impazzire le adolescenti persino cinesi (che fino ad allora non avevano mai potuto apprezzare star occidentali) grazie a video in cui tra abbronzatura, seminudi, capelli al vento o shorts da tennis, aveva incarnato la tipica bellezza anni 80. E poi la Sony aveva cercato nella sua avventura solista, di spingerlo sulla via dell’immagine da macho, che George aveva nel frattempo fatto capire non appartenergli; c’è poco lasciato all’ immaginazione infatti in un video come I want your sex, così come nelle passioni di Father figure o nel culetto sculettante a favor di telecamera in Faith.
Michael disse basta alla farsa, ammise di essere gay, per anni non si mostrò più, lasciando parlare solo le sue canzoni, disputando la controversia in altre sedi con la casa discografica. Quando riapparì forte di una nuova immagine nel 1996, per Older, inciso con la Virgin, l’immagine era molto più patinata, lucida, tirata e li impazzì definitivamente il pubblico gay, che lo issò ad icona di stile. Memorabile il suo racconto del video di Fastlove, in cui indossava una tuta in pelle che Versace aveva fatto apposta per lui. Quelle riprese lo volevano seduto in poltrona mentre modelli e figuranti ci davano dentro più non posso, ma il regista ad un certo punto gli disse: “tu sei George Michael, sei bello, sei un icona, il pubblico tutto ti brama, non puoi startene li senza far nulla di ciò che vogliono”! George provò a difendersi dicendo che non aveva più l’età per fare queste cose ( all’epoca invece era appena 33enne ) e che aveva una tuta unica che costava più del video stesso.
Risultato? Vinse il regista chelo spedì sotto la doccia, nella famosa scena finale. Si c’è stata anche tanta, tantissima dissoluzione in George Michael, ma qui non c’è spazio per elencare le fragilità di chi ha saputo cavalcare il mondo, dettare leggi e ritmi, e donare ricordi a chi c’è stato, chi c’è e chi ci sarà.

Qui si celebra la grandezza e George Michael sarà sempre e per tutti la voce più bella del pop mondiale… con ciuffo biondo o senza.
Ciao George.