4 Novembre 2017
di Interviste, Recensioni
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4 Novembre 2017

SANREMO GIOVANI: le pagelle delle canzoni dei giovani – parte 4 di 6

Quarto appuntamento con "Sarà Sanremo?" la rubrica in cui il nostro critico musicale da i voti alle canzoni presentate a Sanremo Giovani

Sanremo giovani
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Il nostro critico musicale, Fabio Fiume, continua gli ascolti (con relative pagelle) dei brani presentati a Sanremo Giovani.
Nel frattempo le canzoni (che potete ascoltare QUI ) sono scese da 69 a 67 a causa dell’eliminazione di due cantanti in gara (potete leggere le motivazione in questo articolo).

Trovate i precedenti ascolti qui di seguito:
Parte 1
Parte 2
Parte 3

Jose Nunes – Parlami ancora

Voce in prima linea, bella, limpida ed espressiva per una ballata elettronica d’atmosfera e d’amore che non regala però alcun elemento nuovo di spunto. Una canzone standard che ben può esser resa con l’orchestra sul palco di Sanremo, ma nulla più!
Sei

Junior V – Il temporale

Quando finisce un temporale è sempre un momento di riflessione che poi presagisce una ripartenza. L’aria è pulita, da respirare a pieni polmoni, l’arcobaleno da attendere come via indicata. In alcune sfumature mi ha ricordato Mario Venuti ed il suo modo di calcare le note. C’è ispirazione sia musicale che di testo.
Sei ½

Kaligola – Iperteso

Vecchia conoscenza di un Ariston affrontato da giovanissimo. L’hip hop leggero del nostro lascia anche spazio a momenti cantati. Certo l’intonazione, nonostante sia in disco, s’intende subito essere abbastanza precaria. L’effetto simpatia però lo rende tutto e poiché dalla noia può nascere la creatività, tutti pronti con il “la-ra-ra-la”, che gode di corsia preferenziale per trapanare le teste.
Sei ½

Karavans – La speranza è un alibi

Sound internazionale, scariche di chitarra e ritmica che ricordano tanto “Break it down again” dei Tears For Fears. E’ proprio tutto il mood in realtà che ricorda quel tipo di band, con gli echi sull’inciso che fanno anni 80. Il brano è molto carino ed ha un suo senso anche nel testo, ma avrebbe meritato una durata maggiore, visto che dà la sensazione di essere stato troncato.
Sei +

Loomy – Soldi e piombo

Hip hop stilizzato sulle chitarre e doppie linee vocali quasi per l’intera totalità del brano. Qualche buonissima uscita nel testo ma anche in questo caso la canzone necessitava di essere ampliata con una variazione; così arriva una forte sensazione di incompletezza. Peccato.
Sei =

Loredana Daniele – Ed io rivivo

Chitarre latine a reggere completamente la prima parte di un pezzo, che sa mantenere una sua chiarezza di stile anche con l’ingresso della base dalla seconda strofa. La voce ben si presta allo stile e soprattutto può diventare riconoscibile grazie al colore particolare, cosa che per un giovane non è affatto poco.
Sei ½

Lorenzo Baglioni – Il congiuntivo

All together, attenzione ripetete in coro o voi generazione dei social e dei perché scritti con la x e la k: “Il congiuntivo si usa per eventi che non sono reali”…Lezione di grammatica basilare ed importante che fa effetto simpatia a primo ascolto e produce prurito inguinale già al secondo, perché un brano del genere ha un grosso limite: invecchia presto.
Quattro

Loris Iannamico – Coriandoli a terra

C’è qualcosa di Barbarossa nelle inflessioni vocali. Inciso molto sanremese, di quelli che chiamano l’applauso. E questa presenza, a tratti mistica, arriva a dare un senso ad una vita a cui potresti anche impartire una fine prematura ed un paio di “sticazzi” messi però non per fare figo, ma perché ci stavano proprio nel contesto.
Sei +

Luchi – Gli amori nella mente

Suggestiva ballata che sembra quasi cantata da due voci distinte e separate ed invece no! Lucia Carmignani, in arte Luchi, inscena forse involontariamente questa recita, sembrando addirittura un uomo nelle strofe. Il risultato è pieno di pathos.
Sette +

Luigi Salvaggio – Si sogna una volta sola

Il vincitore di Castrocaro approda di diritto nelle selezioni per i giovani di Sanremo. Voce particolare, più adulta della sua età, sporca, che si rompe sulle finali dando senso di ritmo e diseducazione vocale a questa ballata d’amore in crescendo, pertinente all’occasione ma nulla più. Avrebbe potuto osare di più.
Sei

Maria Faiola – Terra dei fuochi

Colore black che si mischia ad un sound anni 60, con base che sembra strappata ad uno spot di detersivi per pavimenti con tanto di casalinghe ballerine e gonne colorate che volteggiano accompagnate dalla ramazza. Tuttavia c’è una piacevolezza easy che unita alla voce decisamente non trascurabile, pone alla fine un risultato di gradevolezza generale si cui se non altro non puoi non accompagnare col piedino il ritmo.
Sei +