10 Febbraio 2016
di Officina del talento
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10 Febbraio 2016

Sanremo 2016, conferenze CHIARA DELLO IACOVO e IRAMA

In gara fra i Giovani a Sanremo 2016, Chiara Dello Iacovo e Irama si presentano in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti

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CHIARA DELLO IACOVO

Da concorrente di The Voice of Italy al debutto al Festival, sezione Giovani con Introverso: “Credo che tutte le mie canzoni rappresentino per intero una parte di me. Ogni personalità ha vari lati che emergono più o meno. Questa canzone l’ho scritta durante l’ultima settimana di The Voice che ho fatto per capire quanto ci mettevo a raggiungere il mio punto di rottura. I talent obbligano a metterti in mostra anche quando non hai niente da mettere in mostra e ha fatto emergere il mio lato più schivo, non significa necessariamente essere timidi, ma imparare a bastarsi“.

Un viaggio negli Stati Uniti nel suo passato: “Tutto è cambiato dopo allora. Se The Voice mi ha aiutato a vivere le cose con più leggerezza, quella negli States è stata un’esperienza che mi ha obbligato ad un percorso di crescita accelerato. Ho questo spirito di opposizione molto forte che mi crea molti problemi e ho scelto una casa con una donna single di 50 anni con cui ho avuto un rapporto da coinquilina che non conosceva niente dei ragazzi della mia età. Ho avuto a che fare con la solitudine e la noia che a 17 anni fanno una paura immensa e ha dato il via ad un processo di disgregazione che ho metabolizzato in un anno. Ora non sarei qua se non fossi andata in America“.

Le chiedono che colore darà alla sua vita artistica: “Trasparente, ma non so se sia un colore, ma è quello che mi rappresenta di più in questo momento. Che dia modo di vedere attraverso“.

Nella copertina del disco mostra i piedi, una scelta che sembra in contrasto con l’introversione che suggerirebbe il titolo del suo brano sanremese: “Timido e introverso non coincidono necessariamente. Sono introversa quanto irriverente a seconda delle situazioni. Ho mostrato i piedi, la parte del mio corpo che preferisco perché arrivano, a livello di intenzioni, molto prima di me. Dovevo trovare un compromesso tra mettere la mia faccia in copertina e farlo in un modo che mi appartenesse e piedi-viso mi è sembrata la cosa migliore“.

Un passato artistico in inglese, poi tramutato in italiano: “Scrivevo in inglese perché, a 13 anni, ero assoggettata al mondo del pop anglosassone e non sapevo ancora cosa dire e, per dire cose a caso, era meglio dirle in inglese che aiuta a livello di suono. La solitudine vissuta in America mi ha fatto apprezzare la mia lingua“.

Il confronto tra Sanremo e The Voice: “Sanremo funziona all’opposto dei talent. Sembra tutto relegato all’esibizione di 3 minuti sul palco dell’Ariston, mentre con il talent lo spettatore ha l’impressione che succeda sempre un sacco di roba, mentre in realtà ci sono tanti tempi morti. È ipocrita e non riuscivo a prendere la forma del contenitore in cui ero immersa in quel periodo“.

Come scrive i suoi brani? “Se penso alle canzoni di questo primo album sono nate tutte in modo diverso. Alcune partono da un riff che è in testa, una prima era una filastrocca che è stata portata in musica. Altre nascono col testo ed una melodia che poi viene modificata“.

E sulla sfida con Cecile: “Non ho ancora avuto tempo per pensarci oggi. Da una parte mi dispiace e, allo stesso tempo sono felice. Cecile è stata la prima con cui ho legato tra i concorrenti di Sanremo Giovani. Io sono alta un metro e un cestino, mentre lei è il mio opposto… anche negli stili siamo agli antipodi. Tutto questo mi dà l’impressione di un gioco fraterno che smorza la competizione. È una sana competizione“.

Alcuni ragazzi dei talent passano direttamente nei Big, lei invece si è dovuta “fermare” allo step precedente: “Non mi pesa. Anzi, credo che mi sentirei in colpa ad essere tra i big perché, all’interno di un percorso, ci sono delle tappe, non ci sono diritti nella crescita! Non sono un big, perché dovrei essere in quella categoria? Mi fa strano che uno passi direttamente tra i big rispetto al mio percorso“.

Che look utilizzerai a Sanremo? “Lo metterò in discussione fino all’ultimo momento, ma non sarà particolarmente femminile, perché il mio look non lo è mai. Sarà solo più elegante“.

Riferimenti musicali: “Sono più maschili, perché il mio modo di scrivere è più maschile. Però sono cresciuta con mia mamma che è fan di Fiorella Mannoia e lo sono anche io. A settembre ho suonato con lei e ogni volta vado in crisi“.

Il suo rapporto con la femminilità: “Ho scritto una canzone intitolata Donna ed è quella con cui ho meno confidenza perché credo sia prematura, io non mi sento ancora donna, ma evidentemente una parte di me c’è lì dentro. Ho ancora un atteggiamento da Giamburrasca più che da donna. Io ammiro tutte le donne del Festival che sanno tirare fuori la loro femminilità e vorrei riuscirci anche io“.

Chiara è felice? “Quando avevo 16 anni ho detto a mio padre – Credo di essere una persona felice. Poi c’è stata l’America e ho messo in discussione le mie considerazioni. La felicità in realtà non so neanche cosa sia… è il piacere catastematico, ovvero il piacere che si prova quando si è felice di esistere e si è allineati con quello che abbiamo intorno“.

IRAMA

Il più giovane in gara al Festival, Irama. Entra e non tradisce il suo look, la penna all’orecchio che lo contraddistingue nel cast delle Nuove Proposte: “Le piume fanno parte di me, sono il simbolo della mia personalità, non rappresentano la mia cultura“.

Giovane ma deciso: “Volevo fare una piccola premessa, sono giovanissimo, ho tantissimo da imparare, ma spero di avere tanto da dare. Non sono solo un rapper. I miei pezzi hanno ritornelli molto pop, le strofe sono a metà fra il rap e il cantautorato italiano, io amo i cantautori, ci sono cresciuto. Sono nato a pane De Andrè e Guccini, piano piano ho trovato la mia realtà nell’hip-hop“.

Due colleghi di genere nel cast dei Campioni: “Mi piacciono sia Clementino che Rocco Hunt, mi auguro succeda quello che è successo a lui nel 2013“.

Come vivrà la performance? “Penso che bisogna vivere l’esperienza, sto imparando molto da quello che sto vivendo, è fondamentale evolversi e crescere per un artista. Sicuramente avrò paura di salire su questo palco, ma penso che la paura sia importante per ogni artista, voglio però emozionare le persone che mi seguiranno. Potrò offrire la mia musica“.

Sul palco si scontrerà contro Ermal Meta: “Ci scontreremo anche se gli scontri non mi piacciono. Lui sicuramente ha più esperienza di me”. Il manager del cantante aggiunge: “Mi è spiaciuto l’abbinamento perché credo che siano due teste di serie. Ho visto tanti artisti nella mia vita, Irama è molto maturo, merita di passare, sostenetelo“.