20 Luglio 2018
di Interviste, Recensioni
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20 Luglio 2018

Da Oggi In Radio – Le Pagelle Dei Nuovi Singoli In Uscita Il 20 Luglio: Biagio Antonacci, Valentina Giovagnini, Marianne Mirage e…

Da oggi in radio: le pagelle dei nuovi singoli in radio da oggi, 20 luglio, redatte dal nostro critico musicale. Ci sarà andato giù duro?

nuovi singoli
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Come ogni venerdì ritorna puntuale l’appuntamento con Da Oggi in radio la rubrica in cui il nostro critico musica, Fabio Fiume, ascolta e recensisce i nuovi singoli in uscita.

Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in alcuna relazione gli artisti tra loro. Essi sono attribuiti alla valenza del brano rispetto alla carriera di chi lo propone.

Cominciamo subito con le pagelle dei singoli del 20 luglio 2018.

 

Biagio Antonacci & Fiorello – Mio fratello

Il brano è indubbiamente una delle cose migliori degli ultimi anni di Biagio. Adesso lo si ripropone duettandolo con Fiorello, già protagonista del video e con qualche riferimento diverso nell’arrangiamento. Sostanzialmente cambia poco, forse emerge una sensazione live che in quella originale non veniva fuori. Positiva era, positiva resta.
Sette

Arashi – Sudamerica

Piacevolissimo divertissement che ha influenze pure reggaeton, che tutti sanno rifuggo come la carie! Qui è però affrontato in maniera nuova, con un bel po’ d’innesto d’elettronica ed in maniera assolutamente originale e personale. Non somigliare ad altri è fondamentale. Il Sudamerica poi s’innesta poi davvero nella variazione.
Sei ½

Babil On Suite & Mario Venuti – Boa Babil on

Il gruppo catanese votato ai suoni brasileri collabora qui con Mario Venuti che nella sua carriera solista aveva esordito proprio con le sensazioni brasiliane di Fortuna. Il prodotto è validissimo, festoso, allegro ma non stupido ed affronta i ritmi latini usando strumenti ed arrangiamenti non omologati.
Sette

Carol Beria – Colorami tu

Musicalmente sembra di sentire una nuova canzone di Baby K. Vocalmente siamo però da un’altra parte, perché Carol canta ed è ben presente. Il brano è leggerino, canticchiabile ma non lascia certo il segno, e soprattutto non regala nulla di nuovo.
Cinque ½

Alessio Caraturo – Si me vuò bene

Una piacevolissima sorpresa in dialetto questa di Caraturo, dal suo ultimo, notevole album. Il brano è particolarissimo perché sembra di sentire un classico della canzone napoletana su una base synth anni 80, alla Alphaville, Talk Talk e gente di quel periodo lì. Avrebbe potuto finire tranquillamente nella discografia di grandi voci classiche come Vanoni, Ranieri, Mina.
Otto

Filippo Ferrante – Come l’inverno e le fragole

Brano pop up tempo piacevole nell’insieme, di quelli che potrebbero anche ottenere più successo del previsto se qualche network ne sposa la causa promozionale o per lo meno far uscire dalla massa l’artista. Buona l’ingresso dell’inciso che rafforza invece la pacatezza esplicativa delle strofe.
Sei ½

Valentina Giovagnini – Inimmaginabile

Sono dieci anni dalla scomparsa della talentuosissima artista toscana. Esce quindi, a ricordarne l’arte, questo singolo che aveva presentato a Sanremo nel 2005, non preso poi in gara. Sempre lavorato con Vincenzo Incenzo che al fianco di Valentina c’è stato tanto, è un sunto perfetto del suo senso musicale ed incredibilmente ricorda che ci sono mondi musicali che in Italia si fa fatica a seguire, nonostante uniscano memoria ed attualità e la cosa è davvero inimmaginabile.
Sette

Gianmarco Gridelli – This is love

Voce troppo acerba per cantare di una lei che dorme nuda nella stanza o parlare di mancanza già mentre scende per le scale. Va bene che i giovanissimi fanno tutto molto prima oggi, però non esageriamo. Finisce che faremo cantare certe cose pure allo Zecchino D’oro! Comunque detto questo anche l’arrangiamento è monotono e la stessa lo voce lo è.
Quattro

Daniele Isola – 29 Agosto

Il tutto un po’ già sentito nonostante una piacevolezza generale; nessun barlume di novità nell’arrangiamento di questo brano che fa tanto fine 80 ed è cantato in stile Max Pezzali, che diciamocelo pure: ne basta uno! Anche il finale a scalare è molto anni 80 e non si sentiva in giro da un po’.
Sei =

Keyga & Carlotta Lifonso – Ombre nel cielo

Sound urban con più di un’apertura musicale elettrodance, pure senza mai caderci davvero dentro. I riferimenti a chi fa delle traversate del mare la propria speranza per la vita pur sapendo cosa rischia è chiaro e forte. Un po’ poco chiaro l’incipit dell’inciso a causa di troppi effetti che partono in simultanea. Il brano però funziona.
Sei +

Alberto Lionetti – Leila

Tutto basato sulla ritmica, sostenuto però da una bella padronanza vocale. Inciso però un po’ buttato li; ci si poteva lavorare un po’ di più. In alcuni passaggi mi ha ricordato un po’ i The Kolors.
Cinque ½

Antonio Marino & Marthy – Pata pata

Lui è bravo che meriterebbe il successo o per lo meno delle vere possibilità già da anni. Dispiace che queste arrivino dovendo proporre una cover del successo di Miriam Makeba, rivisitata con aggiunte di porzioni in inglese ed innesti nap/hip hop. Il tutto comunque è gradevole, ma quel pizzico di amaro in bocca resta.
Sei

Marvin – Sarà la primavera

Pop come pop deve essere: piacevole, per certi versi non troppo inflazionato e con un inciso che può restare impresso ed essere cantato un po’ da chiunque. L’arrangiamento è curato ed intelligente, soprattutto nelle strofe e nella variazione strumentale, mentre nell’inciso è estremamente popolare, proprio per restare impresso.
Sette

Alison Medini – Peccato di gola

Suoni contemporanei, abbastanza inflazionati. Le strofe sono però più interessanti dell’inciso che invece è un po’ sprecato in ripetizioni, mentre metricamente avrebbe potuto essere sviluppato in maniera diversa. Si lascia comunque ascoltare.
Sei

Marianne Mirage – Copacabana Copacabana

Se non fosse completamente diversa la voce, direi che questo poteva essere tranquillamente una nuova hit estiva di Giusy Ferreri. Marianne è brava per davvero ed ha una voce originalissima, ma qui è prestata ad un brano che non ha altre pretese di diventare una dei tormentoni estivi, senza stupidera annessa, ma sempre tormentone.
Sei ½

Anna Nanni – Amo l’estate

A primo ascolto, sia per le scelte d’arrangiamento che per modo di stare sulle note, mi ha ricordato molto da vicino la Lou Colombo di Maracaibo. Tuttavia il pezzo non ha quella forza, pur avendo una sua originalità che la rende indubbiamente diversa dalla massa anche e soprattutto nel modo di raccontare l’estate.
Sei ½

Giulia Pratelli – Penelope

La storia infinita di Penelope ed Ulisse è qui raccontata in maniera trasognata ed a suo modo originale. La voce non è ampissima, ma comunque ha una bella pasta, adatta a storie che fanno del racconto la sua forza.
Sette

Alessandro Ranalli – Miss

Beh tutto, ma proprio tutto già sentito, nell’arrangiamento che pesca un po’ qua e là. Il testo è banalotto e l’innesto dello spagnolo nell’inciso rende la cosa ancor più sentita. La cosa peggiore del testo è però: “sulle onde insieme a te” ripetuto diverse volte. Ma c’è davvero chi canta ancora queste cose?
Quattro

Marco Sbarbati – E’ solo una tempesta

Pop misurato in maniera intelligente con le giuste ripartizioni tra strofe ed inciso e buone preparazioni allo stesso. La ritmica regge molto il tutto. Forse avrei eliminato i coretti che fanno tanto “Boyband” .
Sei

Sinforosa – Sempre rosso

Canzone sull’uguaglianza arrangiata in maniera dance con innesti di fisarmonica che fanno tanto Gotan Project, ma non glielo dite che questi potrebbero offendersi. Un po’ di qualunquismo nel testo e la voce ha troppi effetti sopra.
Cinque

Bobby Solo & Easypop – Torno da te

Sembra una di quelle canzoni concepite per telefilm degli anni 80, stile LoveBoat e/o comunque sentimentali. La voce di Bobby è iconica, mentre quella della vocalist degli Easypop forse un po’ troppo leggerina al confronto. Il brano non è brutto nell’insieme, ma è davvero un po’ vecchio, da ripulire dalla muffa.
Cinque

Luca Vismara – The one

Un po’ di cose messe assieme, niente di nuovo però. C’è l’inizio che fa tanto Zibba, poi ci sono tanti passaggi dance diversi che riportano adesso a quella continentale, ora a modalità più d’oltremanica. Ci stanno gli inglesismi con questo stile. Voce senza alcuna sfumatura particolare.
Cinque +