30 Novembre 2018
di Interviste, Recensioni
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30 Novembre 2018

Da Oggi In Radio – Le Pagelle Dei Nuovi Singoli In Uscita Il 30 Novembre: Marco Mengoni, Jacopo Ratini, Arianna e…

Come ogni venerdì esce Da oggi in radio la rubrica con le pagelle dei nuovi singoli. Marco Mengoni, Jacopo Ratini, Arianna e molti altri

Nuovi singoli
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Nuovo Venerdi, nuova scorpacciata delle pagelle di tutti i nuovi singoli che da oggi animano il mondo radio. Il nostro critico Fabio Fiume li ha ascoltati per noi ed ha formulato, come sempre, i suoi personalissimi responsi. Chi secondo lui sarà meritevole e chi meno? Scopriamolo insieme.

Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle mini recensioni, non mettono in relazione alcuna artisti diversi tra loro. Essi sono attribuiti alla canzone in base alla carriera di chi la propone.
Ahri – E poi arrivi tu

Ad un certo punto m’immaginavo la voce di Cristina D’Avena entrare e partire con uno dei refrain dei suoi brani a corredo delle serie animate d’azione. Sensazioni personali a parte, l’arrangiamento è un po’ vecchio, sorta di uptempo pop rock da rockeuse anni 80, stile Belinda Carlisle, ma senza avere la sua voce così riconoscibile e particolare e nemmeno cotanti autori e musicisti a favore.
Quattro

Ali – Invisibile

Scelte hip hop che non nascondono possibilità vocali non così facile da trovare nelle cantanti che decidono di esprimersi musicalmente con lo stile più di tendenza degli ultimi dieci anni. L’inciso ha però diverse analogie con cose già ascoltate e per paradosso la cosa potrebbe pure aiutare la giovane cantante a farsi notare.
Sei

Arianna – All for you

Resta sul percorso internazionale Arianna Bergamaschi, in arte semplicemente Arianna e lo fa stavolta senza alcun feat. facilone, ma scegliendo di lanciarsi in solitaria in un brano tutto voce, con accenti persino gospel, solo intesi e poi non sviluppati. E lei la voce ce l’ha ed è pure bella.
Sette

Audio 2 – Amarsi è possibile

Completamente diversi dal loro mood solito, più acustici, rinnovati. Eppure la strada nuova intrapresa magari potrebbe spiazzare i fans della prima ora. Ciò nonostante gli Audio 2, avevano bisogno di dire qualcosa di nuovo ed il linguaggio musicale usato per questo ritorno si muove in terre mai esplorate in questa maniera. Resta la matrice pop sentimentale, ma è il modo di raccontarla che è cambiato.
Sei +

Roberta Bonanno – Un buon motivo

Cantante indubbiamente dotata, sempre però alla ricerca di una canzone che potesse davvero indirizzarne la carriera. Qui la Bonanno si cimenta con una tematica pop che ha passaggi convincenti, tra strofe meditate ed interpretate con cura di raddoppi vocali e variazioni di colore, ed inciso invece pungente dove poter anche spiegare la voce. Non racconta chissà che di nuovo, ma ha intelligenze stilistiche che meritano attenzione.
Sei ½

Bonaveri – Patty

I riferimenti cantautorali del bolognese Bonaveri sono i cantautori che hanno fatto la storia dei 70 e 80, come Ivano Fossati o come Pierangelo Bertoli, che lo richiama anche per ragioni di accento. Ripensando a quegli esempi il risultato è quasi telefonato, pure se c’è l’originalità di questo binario, questa ferrovia, questo percorso/viaggio che è la vita, la storia che si muove.
Sei

Brusco – Bomba

Reggae e dub si mischiano in questo nuovo singolo di Brusco, che sembra aver ascoltato ultimamente molto gli Almamegretta del periodo Sanacore e ne abbia fatto tesoro. Certo il tutto è visto a modo suo e quindi i concetti sono sicuramente più semplici. Semplici si, ma non deprecabili.
Sei

Canova – Domenicamara

La scrittura dei Canova è sempre fresca, al di là dei gusti personali. Non sai mai esattamente cosa aspettarti, che evoluzioni prenderanno motivo del pezzo e suo arrangiamento. Questo lo rende interessante anche adesso, pure se in certi passaggi mi ha fatto pensare ai Lunapop di 50 Special.
Sei+

Ivan Cattaneo – Iceberg

Più televisivo ultimamente, Ivan Cattaneo torna alla musica con questo singolo che ha tematica dance, in cui lui racconta se stesso, nella parte che la gente conosce, che emerge dalle acque ignorando tutto ciò che viaggia invece sotto la superficie. Ci sono rifermenti anche alle sue canzoni, quelle note e lo identificano e quelle che invece lo sono state meno, ma a cui probabilmente tiene di più. E’ un ritorno alla musica si, ma che paradossalmente può funzionare solo televisivamente, come racconto di sé, appunto.
Cinque

Contini – Complimenti

La cantante de’ Il Genio si propone qui in versione solista. Il risultato però non è granché diverso dal suo percorso in duo. Nella sua musica ed in questo pezzo ci sono riferimenti elettronici, sottofondi anni 80, ingressi di chitarre indie e la scelta dei cantare in modalità sussurro. Insomma, tutto ciò che era già proprio nella sua vita artistica precedente.
Cinque

Costantino – Desideri

Un po’ povero nell’insieme. La base è scarna ed avrebbe avuto bisogno di rinforzi strumentali… ma di strumenti veri. Il testo è abbastanza ripetitivo, giocando attorno alla parola del titolo. Non male la voce, ma serve un brano che sia convincente per poterla apprezzare davvero.
Quattro ½

Alessandra Ebelienta – Una stella per te

Avete bisogno di una nuova ninna nanna? Se questo è il fine ok, ma se pensiamo ad una diffusione radiofonica direi che il pezzo non è che viaggi su un binario morto, ma che il binario è vivo e conduce ad uno schianto.
Tre ( per il mondo radio )

Eve – Colpa mia

Manca qualcosa a questo brano, che nell’insieme non è brutto ma da quella sensazione del “non abbastanza”. Ad esempio l’inciso non incide abbastanza, la parte corale che rafforza in alcuni punti, non esplode mai come sembrerebbe chiamata a fare, e così anche la voce, che sembra sempre debba esplodere da un momento all’altro ma che invece gira e rigira resta sempre sullo stesso registro.
Cinque

Fainest – I sogni non hanno budget

Se il titolo lascia pensare a risvolti positivi insoliti per le nuove generazioni, la canzone in sé è una delle cose più brutte dell’ultimo periodo, sia come arrangiamento che mette assieme tutte le bruttezze in circolazione in questo periodo che il mood vocale, pieno di effetti, robotizzazioni e autotune. E come se non fosse abbastanza, c’è pure il coretto da stadio!
Tre

Fefè – Lei non ama

Un reggae che arriva a sorpresa dopo un intro che profuma di soul senza mai toccarlo davvero. E’ un piacevolissimo alternarsi tra mid tempo, reggae appunto, e la forma ballad che magari è più nostrana. Il tutto con una voce bella, coerente con entrambe le fasi musicali, cavalcate con sicurezza.
Sette

Gigi Finizio – Io torno

Assente da un tempo memorabile, Gigi Finizio si rimette in carreggiata con un brano che non lo scosta di una virgola dalle sue solite produzioni. E per restare se stesso va a pescare un brano brasiliano di Luan Santana. Il pezzo ha momenti orchestrali e melodicamente è impeccabile, così come il calore della voce del nostro. Resta che la mattonella su cui Gigi sta è sempre quella. Piacerà a chi è sempre piaciuto e poco altro.
Sei

Fuorionda, Repperio & Pep Leg – Smile

Hip hop e dance sono qui mischiate in una veste molto leggera, facilona. Il prodotto può funzionare, senza avere la pretesa di lasciare chissà che, ma che fortunatamente gira alla larga da problemi veri o presunti di vite al limite. Arrangiamento molto 90’s contiminato da scelte “rovazziane”.
Cinque ½

Giox – I tempi dei nonni

Il concetto è finanche reale e magari ce lo raccontano proprio i nostri nonni, con le classiche frasi che iniziano con quell’: “ai miei tempi”. Però quanto è brutta la trasposizione in forma canzone di questo concetto? E’ un insieme di frasi che nemmeno nelle soap opera sudamericane… Ma siamo nel 2018 e per altro anche alla fine o sbaglio?
Tre

Andrea Giraudo – La guarigione

Ci sono parti di questo brano, intro ed esplosione d’inciso, che poi non è proprio un inciso, che ricordano strade già battute da un giovanissimo ed ancora moro Ligabue. Del collega famoso non ha la brunezza della voce che rende blueseggiante il suo rock, ed in questo caso, non ha la forza della canzone, che non ha prerogative per restare impressa e trasformarsi in un successo.
Quattro ½

Valentina Iannone – Non passerai

Poco più di trent’anni ma già con la voglia di fare una canzone che sarebbe perfetta nel repertorio di Orietta Berti che di anni ne ha 40 di più! Peccato perché la voce di Valentina è interessante ed ha anche delle svisate internazionali, che lasciano intendere che ha buone basi d’ascolto. Ma la proposta attuale trova solo nello special un suo momento di contemporaneità. Per il resto è pura naftalina.
Cinque =

Carmine Iembo – Un bagaglio

Fruscio da vinile, voce un po’ in lontananza all’inizio e poi un po’ schiacciata su una base per cui persino il vinile sarebbe un supporto troppo fresco. Davvero anacronistica con un solo momento segnalabile, l’ingresso di una chitarra dal sapore quasi “pinkfloydiano”, variegata con qualche effetto elettronico.
Quattro

Il Pagante – Settimana bianca

Bordello danzereccio tronfio che cita i Vanzina ma che sarebbe proprio l’ideale come colonna sonora di un cinepanettone di stile “Vacanze a … dove vi pare” . E come quei film li, dura proprio 5 minuti…
Quattro =

Leonardo Malaguti – Invisibile

Scanzonata e allegra per finta, questa nuova canzone di Malaguti è un notevole passo avanti, perché è un racconto finito, che ricorda da vicino alcune atmosfere “carboniane” . Ed alla fine essere invisibili, spesso persino a se stessi, può essere d’aiuto per non essere feriti dal mondo. Lo dicevo che quel “la la la” è una finta allegria.
Sette +

Marco Mengoni & Tom Walker – Hola

Un duetto che è perfetto perché non snatura nessuna delle due personalità, ma è perfetto per le discografie di entrambi gli artisti, che eppur son molto diversi tra loro. Entrambi hanno anche occasione di mettersi in mostra vocalmente. Unico neo del brano, il momento in cui quell’ Hola hola ripetuto con la modalità arrangiamento scelta, ricorda tanto da vicino halo, halo di Beyoncè.
Sette

Mujura & Edoardo Bennato – Efesto

Tradizione popolare ce n’è tanta nella musica del cantautore calabrese che qui si unisce in matrimonio d’intenti con un Bennato molto vicino alle sue origini. Si tratta di unr acconto particolare, molto teatrale, che ben viaggerebbe a corredo con una storia anche visiva e non solo musicale. In radio chiaramente le potenzialità sono relative se non nulle.
Sei

Neodea – Solitudini urbane

Impatto un po’ epico, inizialmente molto vicino come impostazione agli intro dei brani grunge d’inizio anni 90. La voce è invece un Red Canzian incazzato per essere stato tamponato al semaforo. La canzone gode pure di uno special tutto chitarre e ritmica decisamente vintage. Non male nell’insieme ma un tantino anacronistica.
Sei =

Davide Orsini – Sai che cos’è

La forma ballata è qui abbastanza classica, ma il testo è di una sconfortante banalità: nessuna frase colpisce per originalità e resta impressa. Tutto sa di già sentito. C’è inoltre un effetto flat sulla voce fastidiosissimo, che faceva addirittura preferire qualche imperfezione.
Quattro

Andrea Pacini – Volo da solo

Volo da solo per la voglia di volare, di planare sopra i sogni e mai cadere giù”… solo per questo incipit proporrei il premio miglior pensierino delle seconde elementari! Ed è pure ribadito più volte! E’ tutto così spiazzante per quanto banale, che ti domandi se questa canzone l’avesse cantata un altro artista, Andrea l’avrebbe acquistata?
Quattro

Peppe Plutino – In un giorno tranquillo

In un giorno tranquillo, tu mi hai fatto uno squillo…” Rap in vecchio stile, direi albori dei 90, alternato a parti cantate piene di effetti vocali. “E ora vattene e basta, mi fa male la testa”… devo continuare?
Tre

Priestess – Fata Morgana

Linguaggio contemporaneo, anche nelle gratuite scurrilità, che però sono funzionali ad un racconto molto giovane, non solo come testo, ma anche musicalmente. Elettronica si mescola ad una ritmica bella definita, una bella batteria che detta i tempi nei momenti clou del brano che cambia tempi più volte. Da tenere sott’occhio senz’altro.
Sette

Ella Rae – Dimenticare a memoria

Nella parte bassa la voce va in difficoltà, mentre le cose migliorano nel registro alto, ma non è certo questo il problema. Ci si è resi conto che questa canzone è uguale, nelle strofe a Mi Sei Venuto A Cercare tu di Alessandra Amoroso?
Quattro

Jacopo Ratini – Quando meno te l’aspetti

Perché un giovane come Ratini continua a non essere scoperto come dovrebbe? La sua scrittura è intelligente ma piacevolmente pop. Non scrive banalità e soprattutto quel che scrive lo propone con linguaggi musicali sempre freschi ed interessanti. Anche questo nuovo singolo non delude quanto di buono detto.
Sette

Rosmy – L’amore è rincorrersi

La voce di Rosmy è bella e pulita eppure sembra che manchi una spinta grintosa nell’esecuzione di questo brano, che è una classica ballata che t’immagineresti tranquillamente cantata da Emma o Noemi. Però loro hanno un graffio personale che qui manca. C’è una brava cantante, ma non così particolare e la cosa la differenza la fa.
Sei

Patrizio Santo – Ancora

Bella voce, piena e ferma, favorita da una ballata concepita per far venire fuori corde vocali e mostrare l’ugola. Arrangiamento molto minimal, in stile ballad alla Mengoni, anche se il più famoso collega non ha per fortuna mai cantato frasi quali: “Ti darei ogni cosa che sul cuore si posa…
Sei

Scrima – Elisa

Discorso pop scorrevole, con riferimenti synth vintage e qualche momento di vuoto musicale che rende la base non statica. Il tutto arrangiato in doppia linea vocale, che rafforza proprio quella voce che magari da sola risulterebbe un po’ fragilina.
Sei ½

Sintoh – Maionese

E niente! Ci sono delle voci che sono davvero brutte. Magari puoi anche scrivere bene ma non è sufficiente a pensare di potersi proporre in prima persona. E non è nemmeno questo il caso, perché questa Maionese è più interessante nella metrica, nella disposizione dei tempi e nella base in sé che nelle liriche. Ed inoltre dura 2 minuti ed uno sputo… che persino un jingle pubblicitario dure di più!
Quattro =