17 Dicembre 2014
di Blogger
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17 Dicembre 2014

Le riflessioni di RITA PAVONE sulla scelta del cast di SANREMO 2015

Rita Pavone commenta la scelta dei big in gara al Festival di Sanremo, richiamando l'attenzione e invitando a riflettere sull'esclusione dei veri "grandi"

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Da domenica è ormai nota la lista dei cantanti (e assimilabili) che sono stati selezionati, da una commissione guidata dal direttore artistico Carlo Conti, per partecipare alla prossima edizione della manifestazione musicale più importante del nostro paese, quel Festival di Sanremo che da 65 anni si mantiene come l’occasione più ambita alla quale mirano molti protagonisti della nostra scena musicale. Un annuncio che ha scatenato il disappunto di alcuni artisti esclusi dalla gara (vedi QUI il nostro resoconto) oltre a dare il via ad un grande dibattito diffuso su tutto il web (vedi QUI e QUI). Un dibattito sulle scelte effettuate e su quello che vi si legge, che ha visto come protagonisti moltissime persone appassionate di musica o solamente “critici” amatoriali, con le loro opinioni, tra le quali spiccano quelle di una grande protagonista della nostra musica leggera, Rita Pavone, che attraverso i propri social ha fornito più pensieri a riguardo, focalizzati su diversi aspetti ma ugualmente efficaci nel fornire spunti di confronto e riflessione, attraverso una lucida analisi di quanto il Festival di Sanremo rischi di riflettere una realtà non proprio rosea, che arriverebbe a riguardare tutta la musica del nostro paese.

Rita Pavone, nella giornata di domenica, ha voluto da subito sottolineare il proprio disappunto nei confronti della lista dei cantanti annunciati, tramite questo stato:

Ritapavone5

La foto di un cucciolo di leone, con lo sguardo tra il tenero e il malinconico, a simboleggiare la perplessità dinnanzi ad una manifestazione che avrebbe scelto di escludere i veri leoni della musica leggera, che con il loro ruggito hanno costruito la storia della musica italiana e del Festival stesso. Un Festival senza Enrico Ruggeri, Patty Pravo (che scopriremo essersi “autoeliminati”), Anna Oxa  e Loredana Bertè che secondo Rita avrebbero rappresentato 4 nomi di primo livello, artisti che l’organizzazione del Festival non si sarebbe dovuta lasciar scappare.

Un pensiero accennato, deciso ma non violento, come sa essere lo stile della storica voce italiana, capace di scatenare da subito commenti e curiosità di moltissimi, che hanno spinto la Pavone a dettagliare maggiormente il proprio pensiero, sottolineando che la volontà di partecipazione tra i veri “grandi” rischia di scomparire perché “…non sono i veri Big a snobbare Sanremo, ma è la formula che li costringe a non parteciparvi. Oppure a rassegnare in ultimo le proprie dimissioni, come hanno fatto Enrico Ruggeri e la Pravo. Artisti che hanno alle spalle 30/ 40 anni di attività, con carriere ricche di successi, che si vedono costretti a ” scontrarsi ” in gara – ci saranno infatti delle eliminazioni – mettendo la loro carriera in discussione, con dei ragazzetti che solo ieri l’altro hanno vinto un talent e che grazie a questo entrano di diritto nella categoria Big solo perché hanno un bacino di ragazzini che li seguono e li votano, lo trovo profondamente ingiusto.” Una scelta che non trova giustificazione nelle intenzioni di rinnovamento, in quanto il pubblico del Festival è eterogeneo e “…non è solo composto da giovanissimi che tifano,per i loro beniamini. C’e’ anche un pubblico adulto. E a quel pubblico più adulto bisogna pur fare qualche concessione. Diversamente, anche Sanremo non sarà più la cima della vetta musicale, l’ Università a cui tutti i cantanti aspirano, ma solo un altro ennesimo talent ! Nessuno discute che un domani questi ragazzi possano diventare dei veri Big, ma adesso non trovo equo che siano messi alla pari con chi questo mestiere se l’ ha sudato con anni di duro lavoro. Una opinione, la mia, forse contestata dai giovani artisti di oggi, ma che, stanne certa, questi sposeranno immediatamente una volta che dovessero diventare realmente dei Big…”, una richiesta di  riconoscimento dell’esperienza, non come atto dovuto a rendere intoccabili gli artisti attivi da decenni, ma solo per garantirne il rispetto che a livello artistico ci si guadagna sul campo tanto quanto nella vita reale in qualsiasi mestiere, una considerazione venuta meno secondo l’artista in quanto “…La Bertè’ e la Oxa sono state escluse proprio a favore di alcuni di questi nuovi ” Big ” che pochissimi, in verità , hanno il piacere di conoscere. …”

Un discorso oggettivo, fatto da una grande artista che non ha alcun interesse in gioco, né particolarmente legata al Festival, alle sue logiche e alla sua storia, in quanto “…manco da Sanremo da 43 (!) anni. Questa manifestazione, che mi ha vista parteciparvi in gara solo tre volte (poi ci andai quale ospite con Macario nel 1972 e l’ ultima nel 2005 ospite di Totò Cutugno ) mi ha dato in realtà pochissimo. Quando avrei avuto piacere di andarci, che era poi il periodo che avrei amato far conoscere la mia evoluzione artistica quale cantautrice, mi ha detto sempre no. Oggi sono io a non sentirne il bisogno. Come direbbero gli inglesi, non la considero la mia ” tazza di tea “. Preferisco quindi vederla da casa, spaparanzata sul divano, piuttosto che parteciparvi….”

RITA PAVONE

Un’analisi attenta, lucida e condivisibile, che porta alla luce il tema del rispetto e della necessità di una considerazione maggiore nei confronti di chi è stato in grado di costruire e mantenere una carriera nel tempo, impresa al limite dell’impossibile oggi, discorsi che stridono e suonano blasfemi in un periodo in cui la musica italiana è sempre più legata ad un mercato, con le sue logiche e i ritmi dettati da Talent e tendenze varie. Tutto estremamente condivisibile,senza dubbio,  solo che in molti, come Rita Pavone, si auspicavano che tali principi potessero lasciare immune il Festival di Sanremo, nell’utopica speranza che rimanesse un’istituzione dove poter ritrovare anche i grandi nomi della musica italiana, su un  palco guadagnato non solo con il successo in classifica nelle ultime settimane, ma con una produzione artistica degna di nota e meritevole di un’attenzione e rispetto che, leggendo quella lista (e quella degli “esclusi”) con questa nuova chiave di lettura, sembra ormai tristemente ignorato.

Non ci resta che attendere di sapere qual è il punto di vista dei lettori di All Music Italia, che conoscono la nostra realtà che ogni giorno cerca l’equilibrio tra un’altissima attenzione nei confronti degli emergenti e la dovuta considerazione nei confronti della musica dei grandi nomi, siano essi nomi capaci di riempire gli stadi o “solo” fondatori della memoria musicale collettiva del nostro paese. Che di fatto è un merito ineguagliabile e splendido.