24 Febbraio 2015
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24 Febbraio 2015

JOVANOTTI: conferenza stampa “Lorenzo 2015 CC”

All Music Italia vi racconta la presentazione del disco di Jovanotti "Lorenzo 2015 CC"

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Quando arriviamo in Via Mecenate pensiamo di essere stati invitati ad un party più che ad una conferenza stampa. Un dj set ci dà il benvenuto e la presenza massiccia di persone ci stupisce.

Quello organizzato alle Officine del Volo, infatti, è un vero e proprio evento. Orde di giornalisti, telecamere, colleghi del settore (Claudio Cecchetto, Syria, Saturnino fra i tanti) sono accorsi per la presentazione di questo nuovo progetto discografico di Lorenzo Cherubini.

Il protagonista, a conferma del suo ironico eclettismo, entra a bordo di una piccola moto dopo la visione di una clip che in breve ripercorre le fasi di gestazione di Lorenzo 2015 CC.

 

 

Jovanotti è il mattatore della conferenza. Lui guida il percorso di spiegazione del disco mastodontico (30 tracce) partendo da alcune foto scattate durante l’ultimo tour negli stadi, passando per una divertente infografica che documenta le fasi emotive, dalla depressione all’euforia, che interpassano dalla fine del tour alla nascita di una nuova era, attraversando un tour sudamericano che ha dato al cantautore grandi soddisfazioni. Cherubini ammette di non aver avuto una grande gavetta live. Nato come deejay, solo a 40 anni si è detto finalmente messosi in gioco con l’esperienza della musica dal vivo.

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Si parla poi della polmonite che nel bel mezzo della creazione dell’album ha bloccato l’artista. Un periodo negativo: “Ho avuto paura di morire“, ma anche culla creativa di un brano che, annuncia lui stesso: “Sarà il prossimo singolo“. Fase fondamentale della concretizzazione artistica, le incisioni newyorkesi. Jova ricorda di aver condiviso gli studi accanto a Mark Ronson, gli U2 e Katy Perry. In quel momento euforia e senso di responsabilità si son mischiati per arrivare alla produzione di un lavoro all’altezza delle aspettative.

Le sfaccettature nella tracklist sono tante. Le parole che evidenziano cosa c’è all’interno del prodotto si stagliano sullo schermo e Jova ha una motivazione per tutto: amore, dance, canzoni estive, Africa, Sud, caos, narrativa, letteratura, rock, crooner, funk, cantautorato, combat songs.

 

 

Prima che glielo chiedano gli altri è lo stesso Lorenzo a spiegare il perché delle 30 tracce. Il cantautore d’adozione toscana afferma che ormai il tempo del disco rotondo, dalla forma e dal percorso circolare, è terminato. La sua idea si avvicina a quella del “gioco della campana” o del “mondo” che dir si voglia, con tanti quadrati disegnati a terra… il disco è così, come un lunghissimo gioco della campana. Tra i brani L’estate addosso, scelta da Gabriele Muccino come colonna sonora del suo prossimo film, e che molto probabilmente diventerà il singolo estivo del progetto Lorenzo 2015 CC. Fra gli autori figurano Vasco Brondi de Le Luci della Centrale Elettrica e Zibba.

Si passa alla spiegazione della copertina, che originariamente sarebbe dovuta essere uno scatto di sua figlia Teresa. Quella attuale, che ormai conosciamo bene, vede Lorenzo con addosso una pettorina da motocross, usata a mo’ di armatura: “Può apparire come una dichiarazione di forza ma in realtà dichiara vulnerabilità, fragilità. L’armatura è protezione ma allo stesso tempo attacco e difesa“. Il pensiero va a John Lennon che ad un certo punto della carriera si fotografò nudo, proprio per sottolineare lo smarrimento rispetto alla società.

Jovanotti dichiara: “Sono fragile, ho 48 anni e non ho un’idea su niente. Cambio spesso opinione, mi sento attaccabile. Un supereroe alla portata di tutti e come tutti i supereroi ho dei punti deboli“.

 

 

Tra le parole fondamentali del disco “con“. A pensarci, dice l’artista: “Senza è la parola che interpreta il nostro tempo e dove vogliamo andare. Ma a me piace la parola ‘con’. Non cosa togliamo ma cosa aggiungiamo. Con quanto caos e abbondanza siamo capaci di fare i conti?“. Altro termine cardine “eppure“: “Una parola in cui ci sto dentro e mi sta a cuore, anche se suona male nella musica. Io cavalco l’eppure da sempre“.

Il fulcro del progetto ruota attorno al concetto di libertà: “Parola granitica e mutevole. Ho lavorato per trasmettere questa sensazione. Nel disco si possono trovare tanti difetti ma non si può dire che non trasmetta libertà. E’ scevro dai condizionamenti, dalle mode, dalle sonorità in voga al momento“. E’ il primo disco dopo quattro album senza nessun arco.

All’interno della tracklist molta Africa: “Quella che amo, che conosco“, con tanti ospiti. Bombino, chitarrista tuareg: “Un vero musicista con un gusto eccezionale, nella sua musica si può sentire la radice del blues“; Manu Dibango: ” Spirito fantastico, un bambino di 81 anni. Molto intelligente, laureato in filosofia, ha percorso la storia del Novecento e si può dire che abbia inventato la disco music con Soul makossa del ’74“; Sinkane: “Un musicista del Sudan stabile in America. Gli amanti della musica underground lo conosceranno. Con lui ho dato vita ad All the people, in cui sperimento il mix di linguaggi, italiano, spagnolo, francese e inglese” e gli Antibalas: “Un ensemble afro beat, con base Brooklyn“.

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Il disco, che ha rischiato di intitolarsi anche Astronavi o Pieno di vita, è nato sotto pressione. Con una scaletta di concerti già annunciata non ci si poteva permettere di bloccare il lavoro o cambiare idea. Jova rivela che nell’autunno 2014, tornato al Caneepa Studio di Michele Canova a Milano, ha subito una fase di down che ha compromesso la realizzazione. Ma ecco che arriva il momento delle domande della stampa e si scende nel concreto.

A chi gli chiede una dichiarazione su quanto svelato ieri da Rockol, secondo la cui analisi Jovanotti è l’artista italiano con la percentuale più alta di falsi follower su Twitter: “Non ne so niente e non cambia niente. Tanto i veri son sempre veri e i finti son finti. Se fossero tutti finti dovrei chiedermi cosa ho fatto in questi anni. Tra l’altro dicono che c’è poco di concreto nell’indagine, che a volte Twitter gonfi gli account per questioni di marketing. Non saprei. Si possono comprare account fake ma io non c’ho mai neanche pensato“.

Si ritorna poi sulla questione dei 30 brani: “Fosse per me ne farei dieci, vorrei limitarmi, ma se una canzone la sento finita devo buttarla fuori. Siamo nell’epoca di iCloud, definirei questo progetto un cloud non un album“. E continua: “Far uscire un singolo a settimana è come un serial, mi piace tanto, una sorta di streaming dell’emozione fattibile nel periodo storico in cui viviamo“, per poi sottolineare: “Spesso mi hanno chiesto perché 30 pezzi. La risposta non c’è. Togliendo due pezzi la tracklist si sbilanciava e diventava magari troppo dance. Ci saranno comunque dei singoli – linee guida“.

Il cantautore rivela: “Volevo fare un disco di EDM ma dopo i primi confronti con mia moglie, con il mio team, ho capito che sarebbe stato come mettersi i tacchi e non saper camminare“.

Alcuni disegni di Lorenzo Jovanotti, presentati in conferenza stampa

Alcuni disegni di Lorenzo Jovanotti, presentati in conferenza stampa

Come proporre 30 nuovi brani dal vivo? Lorenzo annuncia: “Nel tour estivo non farò più di 5/6 pezzi di questo disco. Lo stadio è un dj set gigantesco, si viene per sentire i pezzi che si conoscono. L’anno scorso ho fatto aprire i concerti a deejay famosi, e chissà, magari darò la possibilità di aprire San Siro al vincitore di Top Dj, in una sorta di collaborazione con Pierpaolo Peroni“.

Una cosa è certa, se si parla di innovazione Jovanotti è il numero uno: “Essere innovativo non è fatica ma pressione, così come essere strani non è un pensiero ma uno status, un modo di essere. Ho la sindrome di quello che deve dimostrare di saper fare, è il mio modo di fare le cose. Sono un inquieto, ricado fra i nervosi pur non volendo. Ma alla fine voglio che il mio film sia per tutti“.

La conferenza si chiude con una bella dichiarazione, a conferma della volontà di andare controcorrente di Cherubini: “Be yourself è la più grande bufala del nostro tempo. Sii te stesso non significa niente. Tutti siamo noi stessi. Dobbiamo essere migliori di noi stessi, che siamo pieni di condizionamenti e di paure“.

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