20 Febbraio 2015
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20 Febbraio 2015

GINO PAOLI si dimette dalla SIAE dopo essere stato indagato per evasione fiscale

Gino Paoli: il cantautore si dimette da presidenza SIAE dopo essere stato indagato per evasione fiscale

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In queste ore si sono accesi i riflettori su Gino Paoli, ma per il cantautore non si tratta di un ritorno in scena o dell’annuncio di un nuovo progetto discografico, bensì di notizie che purtroppo si allontanano dalla sfera musicale e portano il nome dell’artista genovese tra le colonne delle pagine di cronaca giudiziaria.

Paoli è infatti iscritto nel registro degli indagati per evasione fiscale, nell’ambito di un’indagine che si occupa del trasferimento di ingenti somme di denaro in Svizzera con il fine di evadere il fisco italiano. Una brutta storia che lo ha portato in queste ore a rassegnare le dimissioni dal ruolo di presidente della SIAE. e che lo vedrà interrogato il prossimo 2 marzo dal procuratore aggiunto Nicola Piacente, coordinatore delle indagini della Guardia di Finanza.

Sarebbero due milioni gli euro che, stando ad alcune intercettazioni, Gino Paoli avrebbe trasferito in Svizzera per evitare il pagamento di 800mila euro di tasse. L’indagine coinvolge anche la moglie e due soci dell’artista collegati ad alcune società con sede nel capoluogo ligure, tra le quali la Edizioni musicali senza fine che riprende nella propria denominazione il titolo di uno dei maggiori successi di Paoli.

I soldi sarebbero provento di queste società e non risultano presenti nelle dichiarazioni dei redditi dell’artista. Per questo dopo aver raccolto un’intercettazione tra il cantautore e il suo ex-commercialista, nella quale si parlava della cifra (oltre che della possibilità di un rientro in Italia grazie allo scudo fiscale), è scattata la perquisizione nell’abitazione genovese di Paoli alla ricerca di tracce di questi movimenti di denaro.

Una notizia che fa molto rumore aggiungendo il nome di Gino Paoli alla lista di artisti italiani che hanno avuto qualche questione con il fisco (l’ultima in ordine di tempo la rocker Gianna Nannini, ma la lista sarebbe veramente lunga dal compianto Luciano Pavarotti a Umberto Tozzi) che in attesa dell’evolversi delle indagini, se confermata getterebbe un’ombra sulla figura di un big della musica italiana, che dal 2013 ha assunto anche una carica di prestigio e responsabilità come presidente della SIAE, l’ente pubblico a base associativa che si occupa della tutela dei diritti d’autore, diventando di fatto il rappresentante degli “autori ed editori” italiani.

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Proprio per questo ruolo istituzionale da più parti si sono levate amare richieste di dimissioni, pur sapendo di dover attendere il corso del lavoro della magistratura, per garantire la massima trasparenza al vertice di una società che, sebbene molto discussa, riveste un ruolo cardine nell’immenso sistema che ruota attorno alla gestione dei diritti d’autore nel nostro paese. Una richiesta raccolta da Gino Paoli che poco fa ha ufficializzato le proprie dimissioni tramite il suo legale Andrea Vernazza, come riporta il Corriere della Sera.

Chiariremo tutto. L’accusa è infondata. Paoli mi ha detto che voleva dimettersi dalla presidenza della Siae. Gli ho consigliato di sospendersi in attesa di chiarire tutto. È dispiaciuto per questa cosa, per l’immagine che ne esce fuori. Ma lui non ha commesso alcun reato“.