14 Dicembre 2017
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14 Dicembre 2017

Arriva la comunicazione ufficiale da parte di FIMI sui nuovi metodi di conteggio streaming

Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane ecco il comunicato ufficiale di FIMI sui cambiamenti del rapporto streaming/Classifiche

FIMI
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Noi ve lo avevamo anticipato in questo editoriale del nostro Direttore (leggetelo per conoscere tutti i dubbi sollevati su quanto è avvenuto)… da Gennaio 2018 FIMI cambia il metodo di rilevamento dello streaming in classifica che terrà conto solo degli ascolti premium, ovvero degli abbonati ai servizi streaming a pagamento.

Ecco la comunicazione ufficiale che arriva oggi, a seguito di una conferenza stampa, da parte di FIMI:

Da gennaio 2018, il sistema ufficiale italiano di classifiche e certificazioni musicali considererà solo i consumi in streaming derivati dagli ascolti in abbonamento

Milano – 14/12/2017

Con l’arrivo del 2018, FIMI annuncia una importante novità che riguarda le classifiche dei consumi di musica in Italia e segue la recente integrazione dell’ascolto in streaming nelle classifiche degli album. Dopo una prima fase di test e con l’obiettivo di attribuire un reale valore ai consumi fisici e digitali, si è giunti alla decisione di considerare validi ai fini delle classifiche Top Of The Music solo gli stream a pagamento, ovvero solo gli ascolti derivati dai servizi in abbonamento premium.

Sebbene la fruizione free resti sempre molto forte, siamo di fronte ad una significativa migrazione di utenti verso i servizi premium e questo è un segnale dell’evoluzione del mercato che non si può ignorare. Lo streaming, inoltre, si avvia a rappresentare un segmento di mercato maturo che in Italia vale ormai il 44%. In questo contesto, appare ancora più importante valorizzare i consumi affinché le classifiche di vendita rappresentino una realtà più omogenea.

La novità sarà applicata sia alla classifica degli album che a quella dei singoli e avrà ovviamente effetto anche sul sistema di certificazione ufficiale degli award d’oro e platino di FIMI.

Il conversion rate tra download e streaming resterà per ora immutato, ma sarà oggetto di analisi semestrali al fine di valutare possibili aggiornamenti rispetto alla metodologia esistente. Attualmente corrisponde, nel caso dei singoli, ad 1 download per 130 ascolti in streaming, mentre nel caso degli album, si mantiene quella conversione ed il numero totale degli ascolti relativi ad un titolo album (con cap del 70% sul singolo più ascoltato) viene diviso per 1.300.”