20 Marzo 2015
di Caporedattore
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20 Marzo 2015

Dopo GINO PAOLI, arriva in Siae FILIPPO SUGAR

Il nuovo Presidente designato della Siae è Filippo Sugar, già vicepresidente di Gino Paoli.

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Il Presidente designato della Siae, Filippo Sugar, propone di aprire un tavolo di lavoro con il Mei – Meeting delle Etichette Indipendenti per gli indipendenti, gli emergenti e i giovani sul mercato musicale.

Obiettivo è quello di avere una Siae “sempre più aperta e trasparente“, che metta in campo nuovi progetti per i giovani, con un nuovo sito al fine di modificare “in modo tangibile il rapporto con associati e utilizzatori“.

Filippo Sugar, neo Presidente designato della Siae, arriva da una famiglia di editori musicali, quelli dell’etichetta discografica Sugar Music, società fondata da Ladislao Sugar nel 1932 ed ora facente capo proprio a Filippo che ne è Presidente del CDA.

Il Consiglio di Sorveglianza della Siae lo ha designato Presidente il 19 marzo con 21 voti favorevoli su 30, preferendolo a Federico Monti Arduini (7 voti) e avviando un percorso che procederà prima attraverso la Commissione Cultura di Camera e Senato per poi concludersi con il decreto di nomina, di competenza del Presidente della Repubblica.

Filippo Sugar, 43 anni, se verrà confermato, diventerà il più giovane Presidente della Siae (aria di rinnovamento anche sul fronte cultura, dopo che i 40enni si sono fatti strada in politica?), ma sarà anche un segno di continuità con la presidenza di Gino Paoli, in quanto Sugar ha affiancato il cantautore nel suo ruolo come vicepresidente.

“Non cambia nulla, il modo in cui ho lavorato negli ultimi vent’anni, il modo in cui la mia azienda ha lavorato é quello di una simbiosi artigianale con gli autori, con il mio lavoro cerco di creare per loro il contesto ideale per esprimersi al meglio. Questo é quello che faremo anche con la Siae, creando un rapporto di apertura sia con gli associati sia con i clienti“.

Sugar ha intenzione di dare una maggiore apertura dell’associazione, dando maggiore voce alle realtà indipendenti, agli emergenti e ai giovani.

Chiaramente al centro del suo lavoro rimarrà il “trasferimento del valor“, ovvero il compenso agli autori in un’epoca dove il maggior peso è dato dal comparto digitale (gran parte degli introiti, in questo caso, sono di competenza del distributore e non degli autori).

Il futuro è digitale, ma gli autori debbono avere risorse. Se queste vengono trattenute dal distributore non arrivano“.