4 Aprile 2017
di Interviste, Recensioni
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4 Aprile 2017

A TUTTO POP #08: RENATO CAROSONE, AMARA & PAOLO VALLESI e CICCIO MEROLLA

Torna "A Tutto pop" con contributi e aneddoti di Ciccio Merolla e Paolo Vallesi. Protagonisti anche Amara e Renato Carosone

renato carosone
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Il sorprendente inedito di Amara & Paolo Vallesi, la musica senza confini di Ciccio Merolla e la mai dimenticata artisticità completa di Renato Carosone, sono i protagonisti della settimana per la rubrica A TUTTO POP.
Il nostro critico musicale Fabio Fiume, ci tiene per mano questa settimana raccontandoci tre brani molto diversi tra loro e tre realtà artistiche completamente diverse. Buona lettura, ma soprattutto buon ascolto.

Renato Carosone – ‘Na Canzuncella Doce Doce ( 1989 )

Alla veneranda età di 69 anni Renato Carosone, uno dei più noti e valenti cantori di Napoli e della napoletanità nel mondo, approdò come esordiente tra i big al Festival di Sanremo del 1989, come più anziano debuttante nella storia della kermesse. In realtà questo singolare record fu battuto appena 4 anni più tardi da un altro artista partenopeo, Roberto Murolo. In quell’occasione Carosone raccontò con spontaneità di non aver mai partecipato al Festival semplicemente perché non gli era mai stato chiesto. “E’ la prima volta che me lo chiedono e come si può vedere non ho rifiutato”, dichiarò ai tempi. Fu strano però per un musicista puro come lui, in grado di tenere in fermento pubblici enormi con il suono del suo piano, esibirsi durante un’annata che prevedeva esecuzione live su base. Carosone era infatti prima un pianista che un cantante e anche trovare una canzone che si sposasse all’esigenza non fu facilissimo. Arrivò poi la dritta di Claudio Mattone che scrisse questa soffice ‘Na canzuncella doce doce che parve subito giusta per l’occasione. In quel Festival Carosone si piazzò 14°, superando nella classifica delle cartoline votanti brani come il simbolico Cosa Resterà Degli Anni 80 di Raf e l’importante Se Me Lo Dicevi Prima di Enzo Jannacci. Le vendite furono pressoché nulle, ma permisero all’artista di continuare con grande successo la sua attività live ed anche televisiva, dove veniva invitato con grande continuità, vista la capacità di intrattenere il pubblico.
La frase:na canzuncella che trasesse dint ‘o core, putesse fa’ rumore pe’ chi nun vo’ sentì, ‘na canzuncella che dicesse a tutti quanti :” vuliteve chiù bene”.. e io so cuntento.
Traduzione: una canzoncina che entrasse dentro il cuore e potesse far rumore per chi non vuol sentire, una canzoncina che dicesse a tutti quanti: “voletevi più bene” e io sono contento.

Amara & Paolo Vallesi – Pace ( 2017 )

E’ il primo singolo da entrambi gli album del ritorno per i due artisti toscani, la pratiana Amara ed il fiorentino Paolo Vallesi. Con questo singolo Amara ha interrotto un silenzio relativamente breve, durato due anni dal precedente disco Donna Libera ma puntellato qui e là di diversi brani scritti per altri artisti quali Emma, Elodie, Loredana Errore, e non per ultimi il duetto tra i Ghost ed Ornella Vanoni ed il grande attuale successo di Fiorella Mannoia, Che Sia Benedetta. Per Vallesi il silenzio artistico, con un album completo, durava invece da ben 18 anni, ben oltre tre generazioni verso le quali non rispolverare ma far letteralmente conoscere il suo senso artistico, di grande successo per quelli che gli anni 90 li han vissuti in pieno. Riguardo a questo brano proprio Paolo raggiunto al telefono per un’intervista completa ha raccontato: “Ho conosciuto Amara durante un evento benefico nella sua Prato, alla quale abbiamo partecipato entrambi. Ricordo che dopo i complimenti reciproci abbiam tirato le quattro del mattino a parlar di musica. Da lì l’idea di fare cose assieme. Sono stato credo il primo ad ascoltare per esempio Che Sia Benedetta e mi era piaciuta molto; poi è arrivata Fiorella Mannoia e l’ha presa con se e fatta sua. Non è passato molto però che Erika ( Mineo è il vero nome e cognome della nostra – ndr ) arrivasse con quest’altro brano che mi ha colpito subito. Altrettanto subito abbiamo capito entrambi che in una versione in duetto avrebbe acquisito ancora più forza. Indubbiamente è un pezzo complicato perché ha bisogno di essere anche visto per guadagnare una forza che magari in radio non è così tangibile, ma per la sua importanza ed anche per le occasioni che abbiamo per promozionarlo, ci sembrava il giusto biglietto da visita per i dischi di entrambi”.
I due avevano iscritto la canzone a Sanremo 2017, ma il pezzo non era rientrato nella lista dei 22 big selezionati da Carlo Conti , che però resosi conto del messaggio importante, li ha comunque voluti nella serata finale della kermesse per presentarli al vasto pubblico di Rai Uno. Il brano non è entrato in classifica singoli ma ha spinto entrambi gli album Pace e Un Filo Senza Fine nella top 40 Fimi.
La frase: …Riscoprire il senso della vita che respiro, ricominciando da se stessi, perché siamo noi la vita.

Ciccio Merolla – ‘O Munno Che Sento ( 2016 )

Singolare e sicuramente riuscito modo di presentare al pubblico questo singolo uscito nel Maggio del 2016; Ciccio Merolla ha infatti affidato ad una nota compagnia pubblicitaria la diffusione di ‘O Munno Che Sento ed il risultato non è stato per nulla scontato. Per circa un mese prima dell’uscita del brano in radio era possibile imbattersi lungo le strade di Napoli in un finto clochard ( interpretato dall’attore e ballerino Tony Faiello ) che dal suo stereo diffondeva le note della canzone, regalando ai curiosi che lo avvicinavano piccoli momenti di spettacolo, con quella musica in sottofondo. Il cantautore, nel video ufficiale, ha preso le vesti del clochard che camminando lungo le vie, incappa in situazioni negative che poi osserva meglio, trovando il positivo. E’ questo anche un monito ad osservare senza superficialità e pregiudizio.
Raggiunto Ciccio ci racconta la genesi della canzone: “questa canzone è come una rivelazione perché confesso che spesso le cose che scrivo, le ho sognate. Spesso si tratta di cose sociali, o di problematiche varie, ma capita anche, per fortuna, di sognare di essere al sole, di amare la situazione, di prendere tutta la positività, che ho poi raccontato in questo testo. Sono uno che ama la vita nella sua interezza e quindi anche nei dettagli e se ci si pensa, il sole, la luna, la gente per la strada, sono dettagli a cui uno non fa caso, ma non per me, per me sono musica. Ho cercato di convogliare queste sensazioni e questo mio modo di vedere in O’ Munno Che Sento.
Tutto questo è comunque venuto di getto, nato in due giorni. Andavo a fare un concerto con il batterista Carmine De Rosa che in macchina mi fece sentire questa base che aveva delle sfumature orientali, cosa che amo particolarmente. Mi rimase talmente impressa che al primo Autogrill, sceso dalla macchina, iniziai a scrivere il testo di getto, a trasportarvi su quel che avevo sognato. Due giorni dopo era pronta”.
Il cantautore e percussionista ha svelato anche perché abbia preferito non uscire con un album: “E’ un periodo che sto facendo uscire dei singoli perché voglio che si fotografi il momento e che si dia attenzione allo stesso in maniera specifica. Mi piace che si presti attenzione a ciò che dico nel pezzo, che se invece uscisse in un album magari andrebbe disperso nel concetto più grande che un album in sé rappresenta.
La Frase: ‘e vot abbast ‘nu brutt minut a perdr ‘o cuntroll; a vita ‘e ‘na partit ca se glioc, rimman semb allert chill ca nun moll
Traduzione:Alle volte basta un brutto minuto per perdere il controllo; la vita è una partita che si gioca e rimane sempre in piedi quello che non molla