3 Gennaio 2016
di Disturbo della quiete pubblica
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3 Gennaio 2016

CAPODANNO: Gigi D’Alessio alle prese con Gianluca Grignani e la Rai che dà spazio (e poi lo toglie?) ai talenti Mediaset

Da Gigi D'Alessio alle prese con un Grignani su di giri, alla Rai che anticipa il countdown e toglie spazio agli emergenti. Il senso questo capodanno?

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Forse è arrivato il momento di salutare il Capodanno musicale in TV.

Già, come abbiamo archiviato il carrozzone mediatico condito dal trenino di Maurizio Costanzo che ha accompagnato le nostre ultime notti dell’anno per tanto tempo, potrebbe aver raggiunto il capolino anche l’idea del concertone.

Quest’anno, chi voleva passare il tempo fino al countdown ascoltando musica, poteva scegliere tra Gigi D’Alessio e i suoi amici su Canale 5 e il karaoke dai Sassi di Matera su Rai Uno. Ancora non ho chiesto a mia nonna cosa ha guardato, ma se le avessero proposto uno speciale de La Prova del Cuoco con Antonella Clerici che assaggia tutte le proposte per il cenone o la versione di San Silvestro di Affari Tuoi, sarebbe stata decisamente più felice.

A giochi chiusi come è andata? Dei dati auditel non ne ho idea e non sono fatti miei perché io non ho spazi pubblicitari da vendere né soldi da incassare in base agli ascolti.

Com’è andata? Beh… Gigi ha avuto a che fare con Gianluca Grignani accusato di essere salito sul palco poco lucido (ma qualcuno lo difende affermando che ci sia stato un problema con un musicista che ha sbagliato)… ma il caro Grignani ci ha abituato talmente tanto alle sfuriate post alterazione, che oramai deve quotidianamente fare i conti coi pregiudizi. L’altra faccia della medaglia del bello e dannato: la bellezza passa, la dannazione no.

Vi consiglio di guardare a partire da minuto 4.40:

 

Ma il vero problema è stato il Capodanno della Rai. E non mi riferisco al fatto del countdown sbagliato che ci ha costretti a correre a prendere la nostra bottiglia che non si voleva aprire e stapparla di tutta fretta perché quel minuto rubato al 2015 ci ha fatto arrivare impreparati. Né tanto meno alla bestemmia in diretta sul canale nazionale.

Parlo del karaoke che, se è vero che mi ha permesso di cantare Vaffanculo in coro con Marco Masini usando il mio iPhone  mo’ di microfono, mi ha fatto passare metà della serata, tra una lenticchia ed una fetta di cotechino, a chiedermi: perché? E non Perché lo fai?, ma proprio Perché, Mamma Rai, ha pensato che il suo pubblico, che l’italiano medio, la notte di Capodanno avesse voglia di mettersi a cantare della cellulite insieme a Noemi? Perché doveva cantare L’estate addosso con  Massimo Lopez che imitava Jovanotti?

E poi oggi una nostra lettrice ci manda questo messaggio:

Solo uno sfogo… rai ex talent… dovevano cantare in base alle prove fatte altre due canzoni a testa…. come al solito i giovani sono sempre penalizzati e i Big… una canzone in meno… visto che li sentiamo ormai all’esasperazione e dare più spazio…

La questione del rapporto tra la Rai e i Talent Show, quindi, si infittisce di mistero.

Il primo mistero è quello di The Voice: come mai Rai Uno ha invitato al suo Capodanno televisivo solo cantanti reduci da Amici di Maria De Filippi (a parte di Urban Strangers) anziché cercare di spingere quelli della trasmissione di Rai Due?

Che The Voice of Italy sia una ciofeca ormai l’abbiamo capito: come ci ha già detto il Direttore è l’unico talent show italiano che, in 3 edizioni, non è riuscito a tirare fuori un talento manco per sbaglio. Un Re Mida al contrario che, anziché trasformare in oro tutto ciò che tocca, lo trasforma nel… figlio reietto. Già, i ragazzi di The Voice vengono rifiutati anche da Mamma Rai che li ha creati che già non è un bel comportamento, ma se poi, oltre a rifiutarli, dà spazio ai figli di Mamma Maria, l’inca**atura cresce ancora di più!

No, Rai, così non si fa! E lo capisco benissimo che il bilancio di Rai Uno non è quello di Rai Due, ma esiste anche un’entità brutta cattiva e antipatica che si chiama Bilancio Consolidato che ogni gruppo (quindi suppongo anche la Rai) redige e tira fuori tutti i numeri al netto di quelle che vengono definite, in gergo, partite infragruppo. In pratica i soldi dati da Rai Uno a Rai Due e viceversa, in questo documento non contano. Non era meglio, quindi, far quadrare i vostri conti e dare un pochettino di visibilità ai cantanti ai quali avete dato una vana speranza solo pochi mesi fa? Questa è solo una mia idea…

Vana perché poi, come spesso accade, lo spazio dato agli emergenti di fatto è insufficiente a far sì che la gente si ricordi di loro e, se è vero quello che la nostra lettrice ci scrive, quel piccolo spazio è stato anche dimezzato al tempo di una sola canzone…

E poi ci chiediamo come mai dopo Tiziano Ferro in Italia non è più esploso un vero e proprio talento serio!