27 Giugno 2014
di Officina del talento
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27 Giugno 2014

NEW GENERATION: INTERVISTA A STEFANIA TASCA

A più di anno dalla prima edizione di The Voice of Italy abbiamo incontrato Stefania Tasca per parlarci dei suoi progetti inediti da solista...

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L’abbiamo conosciuta nella prima edizione di The Voice of Italy. Stefania Tasca era nel team di Raffaella Carrà e riuscì ad arrivare all’ultima fase del programma, i live show.

Dopo il talent ha continuato a lavorare sulla sua carriera da cantautrice ed ha pubblicato due singoli, Rain e Right, che fanno da apripista al primo album di inediti in lavorazione e in uscita prossimamente. L’abbiamo raggiunta per farci raccontare cosa c’è stato prima di The Voice, qualche chicca dietro le quinte dello show e cosa sta succedendo adesso nella sua vita piena di musica!

Copertina_Rain#2

La tua biografia si apre subito con la definizione “cantautrice polistrumentista”. Quando hai iniziato a suonare e che strumenti fanno parte del tuo bagaglio “d’istruzione”?

Ho iniziato a suonare quando ho capito che sarebbe stata la cosa migliore per completarmi! Ho studiato 3 anni di percussioni (djembè) con il marito della mia professoressa di Canto dalla quale ho preso lezioni per 11 anni! Dalla prima superiore, più o meno, ho cominciato a comporre qualcosina e così con tanta tanta pazienza, ho appreso da tutti i tutorial su YouTube le nozioni base di chitarra, batteria e basso… il pianoforte invece l’avevo più o meno studiacchiato un annetto sempre con la mia professoressa! Da lì, suonando in band e guardando concerti, mi sono soffermata sui dettagli anche della strumentistica per approfondire tutto quanto!

Nel 2009 hai iniziato la tua avventura negli Ace Hunters, prima suonando il basso, poi diventando la cantante ufficiale. Avete partecipato a numerosi concorsi, i più importanti vi hanno dato inoltre la possibilità di girare il videoclip dell’inedito “Goodnight tonight” e di incidere il vostro secondo singolo. Com’è stata l’esperienza nella band e quanta differenza c’è nell’affrontare la scrittura e il tentativo di emergere in gruppo e da solista?

Di sicuro, gli Ace Hunters mi hanno cresciuta sotto ogni punto di vista, soprattutto umano dandomi la determinazione che ho acquisito ora! È stato però anche un periodo un po’ difficile, perché ero abbastanza ispirata sui nuovi pezzi che però in realtà voleva sempre scrivere il batterista. Quindi ci trovavamo già, un po’ come dire, la “pappa pronta”, mentre io avevo voglia di scrivere cose nuove!

La differenza sotto il punto di vista commerciale, potrei dire che è pressoché quasi la stessa: è forse molto più difficile inserire in una scaletta gli “ACE HUNTERS” che “STEFANIA TASCA”. Direi che forse il problema si potrebbe porre invece sui Live: le band hanno sempre più facilità ad esibirsi! I progetti solisti devono essere veramente interessanti per colpire, o comunque, devono un po’ uscire dallo standard dell’idea che abbiamo noi di cantautorato!

Nel 2012 ti lanci in un’esperienza internazionale, con l’ammissione alla Tech Music School of London nella quale stai conseguendo il diploma in musica commerciale. Come mai hai scelto di studiare all’estero e in cosa consiste il percorso di studi?

Sì, nel 2012 ho fatto le ammissioni in questa scuola perché su internet avevo letto i nomi di tutti gli allievi che ne erano usciti: Radiohead, il bassista di Adele, Dire Straits ai loro tempi e altri nomi che mi hanno sconvolta solamente a leggerli! Ovviamente, tutta la mia vita per ora la dedico solo ed esclusivamente alla musica e forse non sarebbero andati a buon fine i miei studi in qualche altra facoltà. Sono andata a Londra perché è una delle capitali della musica e perché ero molto curiosa di capire la loro mentalità musicale e di come avrebbero potuto intrecciarsi le mie idee alle loro e se ne fossero state all’altezza!

Fondamentalmente funziona proprio come un’università:  il giorno si fanno le lezioni più svariate, dalla storia della musica al business, teoria, tecnica (dipende anche la facoltà che scegli: cantante, bassista ecc.) esistono anche i corsi di composizione e produzione, ma io ho scelto il canto, perché tanto includeva anche le lezioni di composizione!

Quindi in sostanza, ero li a studiare perché speravo che quella fantastica città che ho tutti i giorni nel cuore, potesse darmi l’opportunità di far sentire la mia musica ad un pubblico più ampio e internazionale! Poi… mentre studiavo, la mia Migliore Amica mi ha fatto fare i provini di The Voice of Italy 2013 sul web ed ho scelto di tornare in Italia dopo che mi avevano ammessa al programma.

Partecipi ai provini ed entri nel team di Raffaella Carrà che ti porta fino alla terza puntata dei live. Come hai affrontato le audzioni e il percorso nel talent, quali erano le aspettative prima che iniziasse il programma e cosa ti ha lasciato?

Come dicevo prima, li ho iniziati sul web per poi fare a Roma il provino finale (mi ero presa da Londra qualche permesso dalla scuola). È stata una di quelle esperienze che ti porti dentro la pelle e il cuore, che ti rimangono in realtà ogni giorno, per questo tipo d’attività. Ho imparato davvero tante cose e forse ad essere molto più sicura di me! Dopo uno shock iniziale, mi ci stavo quasi abituando. Però, penso di essermi goduta molto di più la prima fase, quella delle Blind. C’era un qualcosa di magico, ingenuo, quelle cose che non sai mai dove potrebbero portarti!

Nelle altre fasi sentivo molto la tensione e le realizzo solamente ora dopo aver visto la seconda edizione! Ovviamente, tra le aspettative, volevo forse che venisse fuori il mio lato anche compositivo da cantautrice! Però la parte più bella (anche se non è stata la mia migliore esibizione canora) è stata la mia prima esibizione in pubblico con la batteria nel primo live!!! Lì si che veramente mi sentivo alle stelle, oltre alla tensione della diretta.

Sei ancora in contatto con Raffaella Carrà? Qual è il maggior insegnamento che ti porti dietro?

No, purtroppo credo che quasi nessuno di noi sia più in contatto con Raffaella. Oltre ad aver imparato qualche passettino tra Cha Cha, Mambo e altri balli, ho visto nei suoi occhi la voglia di essere così tanto piena di vita ogni giorno che passa. E questo penso che possa essere un insegnamento per tutti. Ogni volta che arrivava, per fare le prove, ci dava veramente una botta di vita incredibile..ma comunque sentivamo una certa responsabilità per stare nel suo Team di pazzi scatenati!

Hai avuto modo di conoscere, dietro le quinte, anche gli altri coach Riccardo Cocciante, Piero Pelù e Noemi? Se sì che ricordo hai di loro?

Con Piero Pelù e Noemi, abbiamo ballato in discoteca l’ultima sera dopo la finale! Non ho avuto proprio molte opportunità per conoscerli bene, però sicuramente sono molto più simpatici ed umani di come potrebbero essere visti dalle telecamere a casa!
Cocciante è veramente un uomo fantastico, a disposizione 24h su 24 con la sua pazienza e passione. Mi ricordo ancora quella volta in cui fece un concerto dal nulla, seduto al pianoforte creando una cerchia di gente tra noi e lo Staff di The Voice fuori di testa!

E quest’anno hai avuto modo di seguire la nuova edizione? Il caso Suor Cristina ha fatto molto parlare, anche se i risultati delle vendite non fanno… gridare al miracolo! Cosa ne pensi della sua vittoria, sei pro o contro?

Non ho seguito moltissimo The Voice, giusto le esibizioni finali, ma sicuramente Suor Cristina è arrivata anche alle mie orecchie. Non so cos’abbiano in mente sul suo conto e non so cosa lei stessa abbia in mente di fare! Il livello era molto alto verso la fine e c’erano moltissimi talenti… l’abito secondo me ha contato davvero un sacco! Ha una bella voce, quello si… però penso sia standard, nel canone comune ecco.

Le faccio però i complimenti per essere riuscita ad emergere proprio anche come personaggio, per aver dato un po’ di speranza a tutti forse con per la sua umiltà! Sono contenta soprattutto che se ne sia parlato anche all’estero! Di solito, non hanno un’ottima opinione su noi italiani e vedere così tanti complimenti anche da parte di Alicia Keys, non capita tutti i giorni! Sono davvero molto contenta di questo! Per la vittoria, non lo so, se io dovessi pensare alla VOICE of Italy, forse mi verrebbe da dire che magari la sua non è proprio la vera voce che rappresenta l’Italia..voi cosa ne pensate?

Consiglieresti ad altri ragazzi con la tua passione di tentare la strada del talent show? Quali sono i pregi e i difetti del meccanismo?

Si, forse lo consiglierei perché io stessa l’ho fatto. È una delle strade più semplici, se non ti etichettano come la ragazza del Talent Show. La cosa ottima, sarebbe quella di uscire da un Talent con la tua identità. Uscire vittorioso per come sei e non commercializzato al massimo solo per piacere al mercato..e questa cosa non succede spesso nei Talent, o comunque a volte le etichette che ricevi ti segnano un pochino.

Se la gente pensa a me come “The Voice”, mi immagina com’ero lì, quindi… internazionale, una showgirl insomma. Se mi sente a parte, o comunque mi segue da molto, mi conosce come la cantautrice polistrumentista, un po’ rockeggiante… la vera Stefania ecco!

Leggo dalla biografia che, nonostante tu sia giovanissima, insegni canto presso l’Ultravox Studio di Torino! Qual è il rapporto con i tuoi allievi e cosa ti preme imparino di più?

I miei allievi si divertono di solito! Ci facciamo tante di quelle risate! Terrei molto a tre cose: dal punto di vista tecnico, mi piacerebbe che imparassero ad usare la voce con il metodo delle risonanze..quindi più dal punto di vista psicologico e proiettarla nelle varie parti del corpo per non rovinarsela e creare suoni sempre più nuovi e interessanti.

La seconda, riguarda l’improvvisazione. Mi piacerebbe si sciogliessero da tutta la timidezza che gli appartiene..chi più chi meno e lasciandosi andare e improvvisando con tutto quello che dice il loro cervello, senza paura!

La terza, riguarda gli obiettivi e la vita. Mi piacerebbe che riuscissero a prendere in mano la loro vita e che inseguissero i sogni fino alla fine, proprio come sto facendo ancora io!

Dopo il talent hai continuato per la tua strada macinando altra gavetta, lo scorso febbraio hai pubblicato il tuo primo singolo “Rain”, seguito questo mese da “Right”. Come mai hai scelto di lanciarti nel mondo della musica con pezzi in inglese? Si sa quanto è difficile in Italia emergere cantando in un’altra lingua (nonostante poi le classifiche premino spesso pezzi internazionali!)…

Questo è uno dei tasti dolenti e discuto proprio anche con i miei direttori artistici su quest’argomento. Il fulcro secondo me è proprio l’ispirazione. Non è una scelta quella di comporre in inglese, è l’ispirazione che lo porta a fare… o forse anche solo la musica che ascolto! Adoro i Coldplay, i Muse e comunque tutti i gruppi internazionali..non ascolto molte cose in italiano. La metrica, la pronuncia è proprio un’altra cosa!

Questo non toglie che io possa mettervi una pulce nell’orecchio dicendovi che comunque il mio prossimo singolo che uscirà sarà in italiano e anche molto particolare! Vi piacerà, ne sono molto convinta! Vorrei presentare comunque Album con brani sia in italiano, sia in inglese!

Parlaci un po’ di entrambi i singoli. Come sono nati e qual è il messaggio che vuoi trasmettere agli ascoltatori?

Sono due singoli totalmente diversi, che però fondamentalmente hanno un fondo di speranza in comune: quando ho scritto Rain beh… ero a casa da sola nel classico momento rilassante con tapparelle chiuse e suono della pioggia che mette una certa malinconia. Quel giorno però, volevo trasformare la malinconia in qualcosa di più rockeggiante per non intristirmi troppo. Non ero poi particolarmente felice quando l’ho scritta, però il messaggio che volevo dare era soprattutto di speranza. Ci capita spesso per strada di soffermarci sulle espressioni della gente, sugli sguardi che ci dicono molto, o forse, che ci fanno capire molto. Quindi ho paragonato un po’ la pioggia alla lucidità magari degli occhi ed al fatto che spesso è una condizione interiore. Nel video, poi, c’è la mia Migliore Amica che è il simbolo finale (insieme alla mia band che durante il video mi consegna degli oggetti che mi permettono di superare diversi ostacoli con la bici) della speranza o comunque della felicità condivisa!

Right è proprio invece un’inno alla vita! Vorrei che invogliasse tutte le persone a prendere al volo tutte le occasioni di cui potrebbero pentirsi se lasciate andare. Non che io sia particolarmente grande per consigliare queste cose anche alla persone più mature ma penso che in fondo la felicità sia il risultato del profondo entusiasmo che dobbiamo nutrire anche per le cose più banali.

Con il tuo staff stai lavorando al tuo primo disco composto interamente da inediti. Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo album di debutto, ci puoi anticipare qualcosa di… ghiotto?

Sicuramente, stiamo facendo un lavoro coi fiocchi! Spero possa essere magico e sorprendente. Stiamo più che altro ricercando un’originalità che possa appartenermi. Sarà sicuramente fantastico e spero che possa essere uno di quegli album di cui ci si affeziona fin da subito!

Ho notato dalla tua pagina che sei in gara al “Postepay Rock in Roma Factory”. Di cosa si tratta e come è possibile sostenerti?

È un contest che ti da la possibilità di suonare al Rock In Roma, un palco fuori di testa! Per sostenermi nella prima fase, basta un LIKE sul video di Right caricato sul loro canale ufficiale YouTube. Vi passo il link!

Chiudiamo tutte le nostre interviste con un divertente giochino. E’ ispirato al “gioco della torre” ma si chiama… “A chi rompi il disco?”!

Iniziamo con due band delle tue parti: Linea 77 o Subsonica?

Vi dirò chi voglio salvare: i Subsonica!

Basandomi sulle cover pescate su Youtube: Rihanna o Jessie J?

Direi… Jessie J!

Hai aperto i concerti i loro concerti: Jack Savoretti o gli Eiffel 65?

Jack Savoretti!

Mettiamo a confronto i due “rocker” di The Voice 2013/2014: Timothy Cavicchini o Giacomo Voli?

Assolutamente Giacomo Voli!

Immancabile pure la domandona sulle vincitrici: Elhaida Dani o Suor Cristina?

Elhaida!

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