31 Marzo 2017
di Interviste, Recensioni
Condividi su:
31 Marzo 2017

INTERVISTA a PAOLA TURCI: “Il Secondo Cuore è un luogo di musica e creatività. Mi sento come se vedessi le cose per la prima volta”

Intervista a Paola Turci che ci parla del suo festival, del nuovo album "Il Secondo Cuore" e della sua rinascita

paola turci
Condividi su:

Quando qualche mese fa l’abbiam vista tornare al Festival di Sanremo, dove per giunta era assente da ben 16 anni, non sembrava di trovarsi di fronte un’artista con una carriera trentennale alle spalle. Si, perché Paola Turci all’Ariston era avvolta da una luce nuova, da energia fresca che le tante giovanissime donne, passate per il medesimo palco, avevano solo da invidiarle.

Ed i risultati si son visti: Paola ha conquistato un brillante quinto posto, ha messo d’accordo pubblico e critica, è stata eletta la più elegante del Festival e non da meno ha conquistato l’airplay radio/video, dopo l’esperienza, in maniera crescente, tanto che oggi, a distanza di due mesi, è la sua Fatti Bella Per Te ad essere al n° 1 dei video più trasmessi in tv, secondo Earone, e uno dei brani più passati in radio.

E finalmente oggi esce il suo nuovo album, di cui il brano sanremese è stato solo un assaggio e che già dal titolo, Il Secondo Cuore, rivela che Paola Turci ha ingranato una nuova marcia, ha scacciato demoni personali che l’hanno inseguita per anni e ha raccolto ciò che per lei è la musica oggi in un progetto in cui si sente piena. La raggiungiamo in un momento di grande lavoro e di sana stanchezza, quella che però ti piace provare perché sei soddisfatto di quanto stai facendo…
Sono in stazione; sto andando a girare il video del mio prossimo singolo.

Quindi ci devi una succulenta anteprima: qual è?
E no! Non posso rivelarlo, non ho il permesso nemmeno per te e per voi cari amici di All Music Italia.

Facciamo un passo indietro allora, proprio a questo Sanremo di un paio di mesi fa. La sensazione che arrivava guardandoti su quel palco è che quest’anno tu volessi davvero esserci. E’ così?

Hai visto giusto. Certo che volevo esserci e per farlo ci ho provato anche con modalità che non sono consuetudine, come presentarmi personalmente da Carlo Conti per fargli ascoltare le mie canzoni. Non è che si faccia proprio così, ma ci tenevo ad essere proprio io, ad avere una risposta diretta.

E’ però quello un palco che, a detta di tutti, fa molta paura. Eppure tu sembravi tranquilla…

Avendolo calcato diverse volte ero a conoscenza che l’emozione poteva giocarmi brutti scherzi e non volevo permetterglielo. Ho cercato quindi di trovare forza nella concentrazione ma alla fine mi sono resa conto che se provavo a godermi quel momento sarebbe andata bene. E così è stato, me la son goduta.

Fatti Bella Per Te è indubbiamente uno dei successi di questo Sanremo, cresciuto poi ancor di più con le settimane. Sinceramente te lo aspettavi?

Effettivamente il mio gusto si è incontrato con quello del pubblico; io ero sicurissima del pezzo, mi piaceva da impazzire. Non mi ha fatto dormire la notte per quanto mi stava in testa. L’abbiamo scritta a più mani e quel che veniva fuori andava sempre più ad incastrarsi nel percorso che ho iniziato e che ha come inizio il libro che ho scritto. Non è che pensassi molto a con quali modalità proporla. Il pensiero che potesse essere un pezzo d’impatto e quindi giusta per il Festival è venuto dopo.

Hai dichiarato però che ti eri proposta con un altro pezzo in realtà all’attenzione di Conti. E’ stato lui a chiederti altro?

No, sono proprio andata con due brani. L’altra era quella che chiude il disco, che s’intitola Ma Dimme te. Carlo ha pensato che però fosse più giusta quella che poi ha scelto.

A proposito di Ma Dimme te, correggimi se sbaglio, credo sia la prima volta che incidi in romanesco, vero?

Non sbagli. E’ la prima volta che incido in romanesco ma è anche la prima volta che scrivo proprio nel mio dialetto.

Adesso è finalmente uscito l’album, molto atteso, Il Secondo Cuore, che sa davvero di ripartenza, anche in alcuni testi. Ad esempio in La Prima Volta Al Mondo canti: “da qui comincia il mondo, sorrido ed è la prima volta al mondo”. Dov’è questo posto da cui riparte Paola?

( Ride ndr ). E’ il posto della consapevolezza, del sentirmi messa a fuoco. E’ un posto in cui sono riuscita a liberarmi delle mie paure. E’ una rinascita: mi sento come se vedessi le cose per la prima volta.

Il titolo del disco, oltre che nell’omonima bellissima canzone, ricorre anche in La Vita Che Ho Deciso in cui chiudi ogni inciso gridando “C’è bisogno di te… più me” che è un’affermazione d’impegno importante…

Questa canzone è il rapporto che c’è tra la musica e me. Ho bisogno dell’ispirazione, della creatività, delle forme espressive che mi auguro non manchino mai, non mi manchino mai. E’ un po’ tutto Il Secondo Cuore che è un luogo di musica e creatività.

Nel corso della tua trentennale carriera hai affrontato la musica da molteplici angolazioni: cantautrice, interprete, più rock, più pop, più folk, più modaiola, più indie. Esigenza o inquietudine?

Io ho sempre pensato di attraversare la musica, come se fosse un tuffo in un oceano ricco di suggestioni. Ed in questo attraversarlo ho cercato di cogliere quelle suggestioni che richiamavano la mia attenzione. Le ho sperimentate e messe tutte li; sono tutte a portata di mano. Sono tutte qualcosa che ho voluto fare in un determinato periodo.

C’è uno di questi periodi artistici a cui sei più legata?

Questo è il momento davvero più felice; è un momento di grande energia, ben supportato dal mio attuale stato d’animo che è pieno di stimoli, di sogni che si realizzano o che tornano a realizzarsi. E’ legato indubbiamente a questo disco perché per me è il disco che non avevo mai fatto.

Nella title-track hai alla scrittura Enzo Avitabile, grande musicista campano e fresco vincitore di ben 2 David di Donatello. Come è avvenuto quest’incontro, cosa vi ha accomunato?

L’incontro è stato inaspettato ma non la mia riscoperta di Enzo come artista che è avvenuta mediante l’ascolto, davvero casuale, del suo ultimo disco Lotto Infinito, che per me è da considerarsi un vero capolavoro.

E cosa c’è stato di inaspettato?

Che sono andata banalmente su Twitter per fargli i complimenti per l’album, ma sai, in queste cose, non è che ti aspetti che lui, una volta letto il complimento, ti cerchi. E invece mi ha proprio cercata e trovata e da lì è nata questa collaborazione.

E quindi i giornalisti sono sempre buoni con te, i colleghi ti stimano, come dimostrato in questo caso. Ma perché tutti vogliono bene a Paola Turci?

( Arriva un’altra risata .ndr ) Non penso sia proprio esattamente così, soprattutto per i giornalisti. Forse hanno rispetto e lo esprimono, credo sia più questo.

Ma il brano Sublime lo si chiama all’inglese ( Sublaime ) o all’italiana? E sai, perché tu all’interno usi entrambi i modi..

E ma la cosa è voluta ( ride ancora di gusto .ndr ). Mi spiego: diciamo che in studio, per tutto il tempo che siamo stati con Fink la chiamavamo all’inglese anche per rispetto a lui. Ma si chiama anche Sublime all’italiana. Abbiamo scelto apposta quel termine come titolo, proprio come punto d’incontro.

Intanto in Sublime sei pacata, misurata ed usi l’inglese e poi in Ma Dimme Te sei romanaccia e soprattutto tiri fuori la voce fino quasi a spaccarla, come credo mai tu avessi fatto prima…

E’ un gioco delle contrapposizioni che credo sia sempre stato parte di me. Io sono sia Sublime che Ma Dimme te. Anche raggiungere queste vocalità che non ho forse davvero mai espresso è comunque qualcosa che ho, ce le ho. E’ anche merito di Luca Chiaravalli che ha prodotto il disco e mi ha condotta verso queste vocalità e poi del momento; questo è un momento in cui mi andava di farlo e forse la canzone era quella giusta in cui andare fuori dalle mie “solite” corde e mostrare un’ulteriore, nuova Paola.

 

Il Disco di Paola esce oggi e qui potete trovare tutte le date instore e quelle già confermate del tour.

 

Foto: Luisa Carcavale