12 Novembre 2016
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12 Novembre 2016

INTERVISTA a TRICARICO: “DA CHI NON TE L’ASPETTI, non mi sarei mai aspettato che certi eventi potessero accadere…”

In occasione dell'uscita del suo nuovo album, l'11 novembre, abbiamo intervistato uno dei cantautori più particolari in Italia: Tricarico

tricarico
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E´uscito ieri, 11 novembre, il nuovo album di Francesco Tricarico, Da chi non te lo aspetti, per Edel Italy su CD e in tutte le piattaforme digitali.
Contemporaneamente è arrivato anche nelle radio il singolo Una cantante di musica leggera, cantato in duetto con Arisa.

Per l’occasione All Music Italia ha incontrato il cantautore per parlare di questo nuovo progetto discografico.

Il nuovo disco, prodotto da Iacopo Pinna e Lorenzo Vizzini, giunge a distanza di tre anni dall’ultimo lavoro Invulnerabile, un lasso di tempo in cui Francesco ha suonato in giro per l’Italia, è andato in scena a Milano e Roma con lo spettacolo teatrale“Solo per pistola e ha proseguito il lavoro sui suoi quadri.

Musica e arte sono da sempre due mondi inseparabili per l’artista milanese, che a marzo 2016 realizza presso lo storico Bar Jamaica una mostra, sia su tela sia su carta, dal titolo Da chi non te lo aspetti, come il suo ultimo lavoro discografico. Da qui nacque poi il desiderio di raccontare gli stessi pensieri, sentimenti ed emozioni attraverso undici nuove tracce, che rappresentano appieno il Francesco cantautore, unito a nuove e interessanti sonorità.

Da chi non te lo aspetti racconta Tricaricoè un mantra, uno stargate, un portale, un concept album. Il filo portante che unisce tutti i brani e ogni canzone è un’emozione, un’immaginazione, un’idea, un divertimento, un percorso per ritornare a se stessi, per recuperare il proprio sogno, la propria armonia rispetto al mondo; ma, come per uscire da un labirinto, uscire dalla razionalità e dalla logica per tornare alla sorgente non sarà facile. Da chi non te l’aspetti è la chiave di volta e la chiave di volta sei tu (un tu che vale per ognuno di noi)”.

Ciao Francesco, allora io partirei dal titolo: Da chi non te lo aspetti, è il titolo della tua mostra, di un singolo e dell’album. Cosa ti aspetti e da chi non ti aspettavi qualcosa che poi è arrivato? Qual è il significato?

Da chi non te l’aspetti era inteso inizialmente in senso negativo. Non mi sarei mai aspettato che certi eventi e situazioni potessero accadere; in seguito, però, scrivendo la canzone e proseguendo in questo progetto è uscito il lato positivo di questa espressione: “da chi non te lo aspetti” nascono cose belle, arrivano i confetti, i sorrisi, arriva un’invenzione, un bacio, una soluzione. La volontà è stata quella di trasformare ogni cosa dal punto di vista negativo a quello positivo; sono io la persona da cui non mi aspetto quel “qualcosa” che poi arriva, per me sono io, per te sei tu che lo fai accadere. Tutto è un percorso di fatti e cose accadute inaspettate. Io ho aspettato che la vita facesse accadere delle cose che non mi aspettavo e che poi sono successe.

Ascoltando l’album ho sentito la necessità e la voglia di raccontare storie di vita quotidiana, con frasi semplici, molto efficaci, rimanendo in linea con il Francesco di sempre, come in “Brillerà”, il duetto con Ale&Franz, in cui dici di aver voglia della pasta al tonno. Questa semplicità e naturalezza nei testi è completamente spontanea o è frutto di una ricerca continua?

C’è sicuramente un’ideologia di base, anche se non c’è una vera e propria razionalizzazione. Io sono sempre molto diretto così da far comprendere a tutti ciò che sto dicendo. In “Brillerà” ci sono delle immagini estremamente semplici, e questa semplicità è importante per lasciare una traccia. È fondamentale per me raccontare le situazioni in maniera semplice ed efficace. La pasta al tonno rappresenta una cosa di apparente povertà e semplicità. Tutto questo è voluto e pensato, ma con un’istintività di base.

C’è in questo album il desiderio di essere POP, ovvero di raggiungere e piacere alle persone?

Sì. Pop era mia nonna, che cucinava, faceva la maglia e ascoltava la radio. Ho il desiderio di essere POP, cioè di arrivare al popolo, alle persone.

Che musica ascolti ora? C’è qualche artista italiano che ti piace attualmente e che stimi?

Ascolto la radio anni 60. La musica per me è legata alle suggestioni di quando ero più giovane, quando vivevo la canzone, da Dalla a Lou Reed. Ora vado ad ascoltare la musica con orecchio critico, non mi abbandono più ad un ascolto sentimentale, nonostante la musica mi emozioni molto; mi emoziona Bach, mi emoziona Mozart, e così Coltrane.

Come sono nate le collaborazioni del tuo album?

Per quanto riguarda il duetto con Ale&Franz, esso necessitava di due voci recitanti e ho scelto loro perché sono due grandi artisti surreali, che hanno la capacità di trasformare un dramma in una risata, di ridere delle avversità.
Nel pezzo con Arisa io dico che “voglio innamorarmi di una cantante di musica leggera” e secondo me lei incarna benissimo questo ruolo. È una persona molto intelligente, una donna molto coraggiosa, con una vocalità cristallina. Quando l’ho conosciuta è nata fin da subito un’intesa artistica e la voglia di collaborare. Non successe nulla fino a quando io non l’ho chiamata e ci incontrammo, a lei piacque subito il brano ed in seguito è nato questo singolo.

Che rapporto hai con la tua voce e con il tuo essere un cantante? Ti piace?

Sì, mi piace. Quando studiavo flauto traverso al Conservatorio, nei momenti di noia, registravo la mia voce accompagnandomi con gli unici due accordi di chitarra che conoscevo, e mi affascinava. Non solo la mia, mi piacciono le voci in generale, lo trovo uno strumento formidabile e anche quello più umano esistente. Basti tu, non c’è bisogno di un mezzo, la voce è il mezzo più diretto.

In uno dei tuoi nuovi brani parli del valore e dell’importanza del sorriso di un figlio: come la famiglia e i tuoi figli influenzano la tua arte e la tua musica? Come la tua vita quotidiana si mescola con la tua creatività?

Sicuramente hanno un ruolo fondamentale. Credo che i figli siano una delle poche cose nella vita che ti fanno cambiare il tuo punto di vista, la prospettiva di vita. Cambiano le priorità, non sono più io il figlio. Sicuramente quindi ispirano i miei testi. È importante la concezione di figlio in generale, essere stato prima un figlio orfano, e ora vedere come i figli abbiano un ruolo determinante nella vita. Cambiano i comportamenti; io per molto tempo ho avuto un atteggiamento distruttivo nei confronti di me stesso e della vita, ora è tempo di costruire, di lasciare qualcosa.

C’è nel tuo nuovo progetto una frase, un verso o un’intera canzone che racchiuda in sé il significato del tuo lavoro e della tua musica?

Tu! Il rapporto con l’altro, e quest’altro sono io. La mia apertura verso il mondo dipende da me, io che decido di ascoltarti o il vedere in te una curiosità che non mi riguarda assolutamente, o essere spaventato da te o da chiunque altro. Riguarda me, riguarda ciascuno di noi e le risorse che abbiamo. Quindi il TU è un IO.

Ultima domanda: com’è cambiato Francesco dal 2000 ad oggi, da “Io sono Francesco” a “Vita Tranquilla”, fino ad oggi? Ti senti meno arrabbiato e meno spericolato?

Adesso mi sono più chiare delle cose che prima subivo, e questo era tutto frutto di mancanze per cose che avevo vissuto. Col tempo ho infranto tutti questi meccanismi. Tutto quello che è accaduto di inaspettato e magari anche negativo, è risultato fondamentale per infrangere quei meccanismi e rendere la mia vita migliore. Quindi sì, sto meglio, c’è sempre la fatica ma è bello.

Francesco non si sbilancia su Sanremo 2017 ma ci annuncia che ci sarà un nuovo Tour. In attesa dei suoi prossimi progetti, ci ascoltiamo il suo nuovo album Da chi non te lo aspetti, di cui qui sotto trovate la tracklist.

1. SOS Oliva
2. Paradiso
3. Una cantante di musica leggera feat. Arisa
4. La bolla
5. Un nuovo amore
6. Il motivetto
7. Brillerà feat. Ale&Franz
8. Stagioni
9. Da chi non te lo aspetti
10. Ciao
11. Volo

Articolo e intervista a cura di Barbara Rocchelli