7 Febbraio 2016
di Officina del talento
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7 Febbraio 2016

INTERVISTA ad ANTONIO VANDONI: Sanremo 2016 “Noemi ha il pezzo più bello ma vincerà Elio” e sui giovani…

A poche ore dall'inizio di Sanremo 2016 abbiamo intervistato Antonio Vandoni, direttore artistico musicale di Radio Italia per parlare di previsioni...

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A pochi giorni dal Festival di Sanremo, il secondo consecutivo per Carlo Conti, abbiamo raggiunto Antonio Vandoni, il direttore artistico musicale di Radio Italia che ci ha parlato dei brani che ascolteremo sul palco, tra gusti personali e previsioni, ma soprattutto del futuro radiofonico delle canzoni in gara di Big e Nuove Proposte oltre alla situazione, a noi a cuore da tempo, degli emergenti.

Ciao Tony, benvenuto su All Music Italia. Cosa ne pensi di questo Festival?

Grazie a voi. Guarda, forse è un Festival più televisivo, pensando ai protagonisti della kermesse. In generale però, tranne un paio di “delusioni”, la qualità delle canzoni è buona. Manca, a differenza dell’anno scorso ad esempio con Il Volo, la canzone che al primo ascolto ti dà la sensazione di poter vincere, che eccelle sulle altre. Farei un distinguo in tre categorie: le canzoni belle, quelle che faranno bene in classifica al Festival e quelle che secondo me funzioneranno in radio.

20 Campioni in gara, aumentati perché le proposte erano tante e di alto livello, a detta di Conti. Avendo ascoltato i brani, è stato necessario questo aumento?

Abbiamo avuto anni con 22 canzoni gara e dal mio punto di vista sono contento: più proposte ci sono, più si muove il mercato. Poi concordo con Conti, il livello è molto buono.

Quali sono i brani che ti hanno più colpito?

Per fortuna la musica ti permette di considerare le cose anche soggettivamente, di farti un’opinione. Per mio gusto personale le canzoni più belle sono La borsa di una donna di Noemi, seguita da Il primo amore non si scorda mai di Enrico Ruggeri e Via da qui di Giovanni Caccamo e Deborah Iurato.

I bookmaker sembrano puntare, in media, proprio sul duetto da te citato. Quali sono invece i suoi pronostici?

Come ho riportato nei miei social ogni anno mi diverto a fare le mie previsioni. Credo che quest’anno, per un insieme di fattori, in primis la mancanza di una canzone che spicchi, ma anche i due secondi posti rimediati nelle altre due loro partecipazioni, trionferanno gli Elio e le Storie Tese. La loro Vincere l’odio è molto divertente e farà ben parlare.

Vedo al secondo posto Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, terza Patty Pravo, che ha una gran bella canzone. Dipenderà dall’esecuzione e dall’interpretazione che ne darà sul palco, poi Patty festeggerà i 50 anni di carriera e ritengo giusto venga premiata con un posto sul podio.

Per regolamento quattro canzoni non accederanno alla finale. Chi potrebbe essere eliminato?

Preferisco non pronunciarmi su questo. Non per prendere le distanze, non schierarmi o non rischiare, ma il livello è così alto che mi riesce difficile analizzare chi potrebbe lasciare la gara.

Entriamo nel tuo campo. Quali sono i pezzi che ascolteremo in radio?

In radio funzioneranno le tre “uptempo”, il resto sono tutte ballate: Wake up di Rocco Hunt, Il primo amore non si scorda mai di Enrico Ruggeri e Quando sono lontano di Clementino. Le radio hanno l’esigenza di trasmettere pezzi più movimentati. Poi ci sono le eccezioni, ad esempio La notte di Arisa, una ballata bellissima, nel 2012 fu molto trasmessa.

Non sapremo ancora se Conti accetterà nuovamente l’incarico al grido di “Non c’è 2 senza 3” ma in caso fossi tu a scegliere chi metteresti alla conduzione e alla direzione artistica del Festival?

A me va benissimo Carlo Conti, davvero. Perché l’ha dimostrato con i numeri e non solo, è uno che di musica se ne intende da sempre. Viene dalle radio, dal nostro mondo, per cui sa anche le esigenze delle radio. In più riesce a miscelare uno spettacolo televisivo con il vero andamento del mercato. Riesce ad abbracciare i talent nel modo migliore, senza esagerare, e a trovare la canzone per tutti.

Tanti i nomi che girano prima della scelta del cast, ma non arrivano sul palco. Chi ti sarebbe piaciuto ascoltare all’Ariston?

Sono molto propenso per i cantautori, a me sarebbe piaciuto vedere sul palco quest’anno i Tiromancino. Secondo me Federico Zampaglione è un poeta in grado di meravigliare. Anche Fabrizio Moro è un nome che avrei voluto rivedere su quel palco quest’anno.

Passiamo ai Giovani, so che sei docente di Area Sanremo. Il sistema delle sfide in salsa talent si è purtroppo dimostrato fallimentare. Che cambiamenti attueresti per migliorare questa categoria e dare futuro ai ragazzi in gara?

Sono d’accordo. La sfida diretta è uno show ingiusto, un massacro. Abbiamo visto scontrarsi artisti totalmente diversi fra loro e per questo non confrontabili, a priori è ingiusto metterli l’uno contro l’altro. Parlando di Area Sanremo ritengo che sia un ottimo veicolo, perché stare insieme una settimana ai docenti e alla direzione artistica è un’esperienza importante, ascoltare bene le canzoni dei ragazzi è fondamentale per arrivare a una scelta ponderata. L’unica cosa che cambierei in questo senso è che la commissione di Area Sanremo dovrebbe rimanere la stessa fino alla scelta finale dei due ragazzi da mandare all’Ariston, e non venire sostituita da un’altra commissione che non conosce il percorso fatto dagli otto finalisti.

Dei giovani dell’anno scorso a parte Caccamo, promosso in pochi mesi, degli altri non vi è traccia. Chi avrebbe meritato maggior visibilità?

Amara l’avrei messa addirittura nei Big quest’anno perché ha dimostrato sia per la critica che per il pubblico di essere molto molto avanti. In effetti è dieci anni che la conosciamo, ha scritto delle gran belle cose, quindi sicuramente Amara.

Alla fine del 2015 solo Caccamo è riuscito ad entrare nella top 100 delle canzoni italiane più trasmesse in radio, tra l’altro nelle retrovie. Qual è il problema? Perché i giovani non vengono trasmessi?

Il disinteresse delle radio! Lo dico con dispiacere e con il punto esclamativo perché ci soffro anch’io. Non parlo di Radio Italia perché siamo gli unici a trasmettere i Giovani prima, durante e dopo il Festival. Una settimana prima per “par condicio” diamo lo stesso numero di passaggi a tutti i cantanti in gara, durante il Festival li ospitiamo come fossero dei Big e dopo la kermesse abbiamo previsto una serata live dedicata solo ai giovani. Li seguiamo molto.

Per farti un esempio eclatante, continuiamo ancora oggi a trasmettere Senza di te di Zibba, in gara fra le Nuove Proposte nel 2014. Se sviluppiamo un progetto cerchiamo di portarlo avanti nel tempo, crediamo nel ricambio generazionale. Forse la piaga più grande per i Giovani risiede nella Rai stessa perché non mi risulta che Radio Rai programmi i Big e i Giovani come facciamo noi.

Negli ultimi giorni ci sono arrivati tre comunicati diversi che parlavano di tre giovani diversi al primo posto delle radio: Miele, Irama e Chiara Dello Iacovo. Sembra una “guerra tra poveri” perché poi analizzando i reali passaggi nessuno può dirsi vincitore. Nonostante gli sforzi di Conti, i giovani continuano a non essere passati.

Non mi pronuncio sui nomi anche perché le classifiche e il numero dei passaggi in questo momento sono così irrisori da non essere determinanti per capire l’andazzo, nel dopo Sanremo si potranno emettere verdetti. Posso dirti che EarOne è l’unica fonte attendibile e riconosciuta da tutti i discografici, i radiofonici, i produttori e gli artisti.

Posso inoltre dirti che tra i Giovani in gara quest’anno chi andrà forte in radio saranno Francesco Gabbani, Ermal Meta, Chiara Dello Iacovo e Irama.

È opportuno spiegare la differenza tra classifica dei passaggi e classifica dei punteggi. Essere passati da alcune radio ti permette di raggiungere un’audience diversa.

Sì, la classifica di EarOne è data proprio dal calcolo dell’importanza delle radio e dalle fasce d’orario in cui il brano è trasmesso. Anche in questo a Radio Italia diamo par condicio passando i giovani a rotazione in tutte le fasce, così da non avvantaggiare uno rispetto all’altro.

Uscendo dall’argomento Sanremo, ma rimanendo in ambito radiofonico, basta guardare le classifiche per accorgersi che le emittenti italiane tendono a trasmettere molta musica straniera. Ciò nonostante, se da un lato i singoli stranieri vanno forte su iTunes e Spotify, nelle vendite dell’album c’è una netta vittoria degli artisti italiani, per cui sembra che il pubblico abbia fame di musica italiana. Eppure le radio tendono a preferite le hit internazionali, perché?

Scelte editoriali, opinabili, ma a me sta bene così, perché in questo modo Radio Italia rimane l’unica con una proposta musicale così importante di musica italiana e nuova, e sottolineo nuova. Potremmo trasmettere il catalogo di classici italiani e avere forse più ascolti, ma noi siamo per la musica anche nuova. Le scelte degli altri non mi riguardano ma certamente sono dissonanti perché se vediamo le classifiche degli album degli ultimi quattro anni sono impressionanti le presenze degli artisti italiani. Solo nel 2015 9 su 10 e 14 su 20 erano italiani. Ben venga che la programmiamo solo noi.

Qualche mese fa noi di All Music Italia abbiamo lanciato una petizione, che in poco tempo ha superato le 6.300 firme, per chiedere alle maggiori emittenti italiane di venire incontro agli emergenti italiani, un po’ come avviene in Francia dove per legge il 40% della musica trasmessa dev’essere in francese e la metà di questa percentuale di artisti emergenti. In Italia di emergenti in radio non c’è ombra, di chi è la colpa?

Le radio dovrebbero davvero mettersi una mano sulla coscienza perché i giovani sono veramente il futuro, è retorico, ma è così. Lì in Francia è la legge che lo impone, in Italia no. Certo, tutti sono liberi di scegliere le proprie linee editoriali, noi da parte nostra cerchiamo di fare il massimo e non solo perché trasmettiamo 24 ore su 24 musica italiana, dietro c’è proprio la scelta del nostro editore Mario Volanti di sviluppare i giovani e farli crescere con noi. Più di questo non posso dirti perché riguarda altri.

Probabilmente la triste realtà è che degli emergenti non frega quasi niente a nessuno, nelle radio di oggi sembra mancare una figura, quella del talent scout, che un tempo si innamorava del pezzo e lo passava al di là di chi della fama dell’artista. Sembra che oggi gli speaker non abbiano libertà di scelta sulla scaletta.

È proprio così, manca quella figura lì che rischia sui giovani nelle radio, si guardano solo i talent e basta. Mi ci metto anch’io in generale perché comunque anche noi abbiamo un occhio di riguardo per i talent, però cerchiamo di rischiare un pochino di più.

Speriamo che anche altri prendano il vostro esempio allora… Tony, ti ringrazio per l’intervista e visto l’argomento da cui siamo partiti, buon Festival e ci vediamo a Sanremo!

Grazie infinite, buon lavoro e auguro a tutti gli artisti e gli addetti ai lavori un in bocca al lupo a prescindere dalle classifiche.