9 Settembre 2015
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9 Settembre 2015

INTERVISTA a ERICA MOU: vi presento Tienimi il posto, il mio disco speciale

All Music Italia incontra Erica Mou alla vigilia della pubblicazione di "Tienimi il posto" il nuovo album della cantautrice pugliese.

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Sul finire della primavera è tornata con un singolo – Ho scelto te – anticipando l’arrivo del suo nuovo album uscito il 4 settembre: Tienimi il posto è il titolo del nuovo disco di Erica Mou, il primo dopo l’interruzione del rapporto che la legava a Sugar Music. La cantautrice pugliese ritorna a far parlare di se ad un paio di anni da Contro le onde, il suo album/tributo al mare che l’ha accompagnata lungo diversi mesi di intensa attività live, collaborazioni importanti e la colonna sonora di un film di Rocco Papaleo (Una piccola impresa meridionale) a cui ha partecipato con un brano Dove cadono i fulmini.
Noi di All Music Italia abbiamo raggiunto telefonicamente un’emozionatissima Erica nel giorno della pubblicazione di Tienimi il posto ed abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei per farci raccontare quando e come sono nate queste canzoni, la nuova esperienza come produttrice e il senso profondo che la lega a questo disco.

Buona lettura

Abbiamo seguito su Facebook il tuo super countdown impaziente per l’arrivo di questo giorno per poter condividere Tienimi il posto con tutti. Perché questo disco è tanto speciale per te?

Innanzi tutto posso dirti che è un disco che ho aspettato tanto per diversi motivi: racconta di me in prima persona e del periodo probabilmente
più difficile che mi sono trovata a vivere in questi anni. Mentre lo scrivevo sentivo proprio la necessità di dire certe cose e l’ho fatto senza pensarci, di getto. Ieri sera passata la mezzanotte ho pensato: ok è uscito! e mi sono lasciata andare in un pianto di gioia enorme; lì ho capito che era davvero un album speciale per la mia carriera, ma sopratutto per me come persona. Adesso appartiene a tutti e spero che chi lo ascolterà possa percepire la cura e la dedizione che ci ho messo dentro in questi mesi.

Per la prima volta sei anche produttrice dell’album. Che esperienza è stata? Quali differenze hai notato rispetto al passato?

Mi sono sentita totalmente autonoma e libera di prendere qualsiasi decisione, ho investito molto di me e mi sono messa in gioco al 100%. La differenza più grande rispetto alla produzione dei miei altri dischi, in cui ho collaborato con altre persone, è sicuramente il tempo: questa volta ho deciso io quando iniziare a scrivere, quando andare in studio, le registrazioni… E se da una parte questa libertà creativa può avermi fatto bene, dall’altra ha generato tutta una serie di ansie perché non mi sentivo mai soddisfatta del risultato e ogni volta rimettevo le mani qui o li. Da questa esperienza ho imparato che è essenziale darsi un limite, una scadenza oltre la quale comunque bisogna fermarsi altrimenti i dischi non escono mai…

Lo scorso maggio hai dichiarato in un’intervista che il disco era già pronto ed andava soltanto stampato… In questi mesi di attesa hai mai avuto voglia di cambiare qualcosa?

Ho imparato a conoscermi in profondità quindi una volta chiuso il disco ho messo in pratica la nobile arte del disinteresse. Ho pensato: ok basta va bene così! E non l’ho più ascoltato fino ad oggi.

Definisci Tienimi il posto, un album che parla di separazione mentre in realtà, musicalmente suona invece come una sorta di ritorno all’essenziale, ai silenzi e melodie accennate. Hai cercato questo contrasto?

Non c’è stato un ragionamento a priori; Per me separazione è un concetto molto vicino a quello di sottrazione quindi anche il ritorno all’essenzialità dei suoni e degli arrangiamenti è stato un processo del tutto incondizionato e naturale. Nell’ultimo anno mi sono separata fisicamente da tante cose che ritenevo importantissime ed imprescindibili per me, e nonostante il distacco sono ancora viva, questo è l’importante. La traccia numero 3 – Indispensabile – affronta nel dettaglio questo tema: ci sono momenti nella vita in cui bisogna imparare a lasciare andare le cose che non fanno più parte di noi e tuffarci in avanti tenendo in mano solo lo stretto necessario. Sono sempre stata minimalista come musicista, ma con questo disco credo di essere arrivata proprio all’osso!

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Lo scorso anno hai avuto un problema alle corde vocali che non ti ha permesso di cantare e parlare per diverso tempo. Cosa ha significato in quel caso separarsi dalla propria voce?

E’ stata la separazione più grande, quella da una certezza: fino ad allora avevo fatto sempre affidamento sulla mia voce, sul fatto che fosse la parte più forte di me, insomma la cosa di cui mi sentivo più sicura. Ho creduto per un attimo che senza le parole non fossi nemmeno degna di esistere, nessuno mi avrebbe più apprezzata non avendo a disposizione il canto per comunicare quello che sentivo. E invece no anzi, quel mese mi ha aiutato a capire che io non sono solo le canzoni che canto ed ho imparato a vivere la musica anche in modo diverso, con più leggerezza…

C’è una tra queste nuove canzoni che hai scritto in quel periodo?

In realtà no: sapevo del problema alla voce già dall’uscita di Contro le onde e mi aspettavo che prima o poi sarebbe arrivato un giorno in cui avrei dovuto affrontare quella situazione, infatti molti brani di Tienimi il posto sono nati nei mesi prima, quasi a preparazione del momento in cui non avrei potuto più parlare. Nel mese di silenzio totale invece sono nate le prime idee sugli arrangiamenti e i dettagli che hanno portato alla realizzazione di queste tracce.

Il nuovo singolo è Se mi lasciassi sola, una ballata molto classica dagli echi anni 60 in controtendenza alla logica comune del mercato che vorrebbe brani più power come singoli di lancio. Come mai questa scelta?

Lo so, non rientra nelle logiche convenzionali del mercato, ma è stata una scelta inevitabile: è come se fosse voluto uscire da solo. Ascoltarlo mi fa emozionare sempre quindi non sono stata a badare ad altro. Credo che sia sbagliato rincorrere il gradimento o costruire un album attorno ad una canzone che potrebbe piacere, si rischia di diventare in-sinceri e quello che assolutamente invece volevo era la libertà. In linea di massima credo di avere comunque una predisposizione come autrice, ma anche come ascoltatrice, verso le ballate e i brani più sentimentali. Nessuno ci obbliga ad inserire un numero dato di tracce in un disco ed io credo in tutti e tredici i pezzi che ho scelto perché sono fatti col cuore.

Un paio di anni fa hai scritto un album dedicato al mare, ed il mare ancora si respira in molti dei tuoi pezzi, a volte espressamente citato, altre volte è nascosto tra le righe. C’è un luogo in particolare a cui è legata la nascita di questo disco?

E’ un album molto casalingo se così si può dire: ho scritto la maggior parte delle cose a casa mia, in Puglia, col mare sempre sotto agli occhi quindi inevitabilmente anche in questo caso ho mantenuto stretto e vivo il mio rapporto con l’acqua che per me rappresenta una metafora di passaggio, del movimento e quindi una delle costanti della mia vita. Allo stesso tempo c’è dentro anche Roma, dove mi sono trasferita ed ho praticamente finalizzato le lavorazioni dell’album, lasciandomi indietro un luogo familiare e le immagini di tutta la mia storia. Potrei definirlo un disco di transizione geografica e personale.

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Tienimi il posto posta in chiusura sa di rinascita. Uno slancio in avanti così come l’immagine di copertina… verso cosa sei diretta?

La copertina è stata realizzata da Paolo Troilo che aveva ascoltato tutto il disco prima di mettersi all’opera. Amo molto questa illustrazione perché in realtà non si capisce dove si sta lanciando la donna raffigurata, è un lancio necessario verso qualcosa che ancora non si sa. Poi c’è una grande sedia che per me rappresenta un luogo sicuro, comodo e accogliente, grande abbastanza da poterlo vedere sempre quando ci si volta. Le canzoni di questo disco sono tutti oggetti che io lascio su quella sedia, ad indicare un ritorno o perlomeno la certezza che anche quando ci si separa ognuno lascia sempre delle tracce di se. In questa copertina c’è tutta la storia di questo disco: la separazione e la ricerca di una libertà che ancora non conosco.

Puoi descriverci la situazione tipo per ascoltare al meglio Tienimi il posto?

Come già detto è un disco molto casalingo, quindi io consiglierei una situazione di relax in ogni caso. L’essenziale è ascoltarlo indossando scarpe comode, qualunque sia il posto. Anche scalzi, purché abbiate un buon contatto con il pavimento. Vietate le scarpe col tacco per le donne!

Solitamente si usa accreditare il terzo disco (in realtà questo sarebbe il tuo quarto se consideriamo Bacio ancora le ferite che è rimasto inedito) come quello della maturazione/conferma? Dal tuo punto di vista Tienimi il posto coincide con questa fase?

Non so se sarà quello della consacrazione, lo spero ovviamente. A livello personale è stato sicuramente l’anno dell’autoaffermazione questo si: una sera, mentre stavamo arrangiando il disco, parlando con uno dei miei musicisti ho detto che se un giorno dovessi avere dei nipoti che mi chiederanno qualcosa su quello che ho fatto da giovane gli parlerò di questo album e del periodo che dall’inverno del 2014 mi ha accompagnato fino ad oggi. E’ come se Tienimi il posto coincidesse con l’inizio di una nuova ed importante parentesi della mia vita. Sono molto felice in questo momento, il resto lo scriverà il tempo.