18 Dicembre 2016
di Direttore Editoriale
Condividi su:
18 Dicembre 2016

Oggi si abbassa la saracinesca del ROXY BAR… perchè non si sente alzare la voce di chi vive di musica?

Va in onda l'ultima puntata del Roxy bar di Red Ronnie. Non ci saranno ritorni viene meno l'unica oasi musicale che "ascoltava"

roxy bar
Condividi su:

Oggi chiude il Roxy bar di Red Ronnie e il tanto bistrattato mondo della musica in Italia diventa ancora un po’ più povero di quello che era.

Un programma che prendeva vita da un sogno, quello di mostrare e far ascoltare la musica in libertà, senza rigide scalette, senza interviste a scavare nel contorno ma sempre focalizzate sull’artista e sulla sua musica.
Roxy bar dal 1992, anno della messa in onda televisiva della prima puntata, ha saputo innovare inserendo per primo come parte attiva del programma internet e le chat (per poi adeguarsi ai tempi e sostituirle con i Tweet e i post su Facebook).
Un contenitore musicale che, grazie alla tenacia del suo creatore, è stato in grado di mutare e resistere nel tempo… resistere alla chiusura della rete che lo ospitava e tornare anni dopo sul web, un programma che, pregi e difetti, ha sempre mantenuto fede alla parola data ovvero dare spazio alla musica, a tutta la musica.

Su quel palco si sono esibite e raccontate grandi star internazionali, il gotha della musica italiana da Vasco Rossi a Jovanotti, debuttanti del calibro di Britney Spears e, sopratutto tanti emergenti, artisti noti, poco noti o per niente noti che hanno avuto modo di trovare uno spazio in tv dove dimostrare che il talento è qualcosa che va oltre la notorietà. Roxy bar ha fatto dell’improvvisazione la sua forza… in quel posto nascevano duetti, si creavano situazioni… lì la musica faceva la musica, lì la musica perdeva la maggior parte di ciò che riguardava il marketing e tornava a fare la musica.

A partire da domani quel che resterà alla musica in televisione saranno solamente i talent show, programmi che hanno le proprie logiche e seguono i proprio scopi e che, per carità, è giusto esistano; semplicemente non possono e non devono essere l’unico modo in cui la musica può arrivare alla gente in televisione. Il talent show si basa sulla gara, sullo scontro, sulle storie personali e non musicali. Il talent show è un’altra cosa, vive rigidamente incastrato nelle sue regole e, sopratutto, nei suoi interessi che spesso e volentieri sono lontani dall’arte.
Una puntata di Roxy bar invece era libera da regole… bastava che qualcuno scrivesse un tweet in diretta a Red Ronnie riuscendo ad attirarne la sua attenzione, magari mandando un proprio video musicale, e nulla escludeva che la settimana successiva sarebbe stato proprio lì, su quel palco, a far conoscere ad un vasto pubblico quello che aveva da raccontare con la propria musica.

Da domani ci rimarrà un panorama musicale ancora più desolante in cui se vuoi fare musica non ti resta che piegarti ad un format televisivo,  un mondo in cui sappiamo che le discografiche non è che abbiano smesso di fare scouting ma semplicemente anche lo facessero, ormai sono incapaci di pensare a qualcosa che non siano i grandi mezzi di promozione che offre il talent show, una discografia che ha smesso di lottare per chiedere spazi in tv come in radio. Ci rimarrà chi ti dice “fai gavetta partendo dai locali…” peccato che non esistano ormai quasi più locali per la musica dal vivo nel nostro paese e molti di quelli ancora esistenti vivono convinti che la musica non sia un “servizio” in più che danno ai proprio clienti, ma un favore per le band o i singoli che vengono pagati con una cena, oppure in base alle consumazioni della serata, oppure ancora sul “quante persone mi porti”…

Ecco questo è quello che ci rimane al di là di internet che, per quanto sia il più potente mezzo di comunicazione del mondo, è talmente vasto e confusionario che trovare qualcosa di nuovo e interessante ormai è diventata un’impresa, sopratutto nell’epoca delle playlist sponsorizzate, degli spazi acquistati e di tutto quello che ci mette di fronte sempre e solo alla solita musica.

Ma questo lo vogliamo noi del resto. Perché è sicuramente vero che la musica in Italia non è considerata cultura (al di là dei generi e gusti musicali), è vero come dice Red Ronnie che i politici non parlano mai di musica, non ne hanno parlato e difficilmente ne parleranno, sono assolutamente disinteressati a quello che accade in questo settore, ma la più grande verità è il nostro stesso menefreghismo. Siamo un popolo che è diventato arrendevole, che non sa più unirsi, che non sa difendere chi ha di fianco, troppo impegnati a difendere i propri interessi. Siamo diventati lamentosi, sappiamo lamentarci di ogni cosa ma non sappiamo sostituire le parole con i fatti.

Eppure basterebbe poco in realtà, anche in questo caso, basterebbe una petizione compatta da parte del pubblico e degli addetti ai lavori, basterebbe che chi deve fare cultura in Italia se ne interessasse, basterebbe che la tv di stato che ha tra i propri compiti quello di educare le persone e di dargli oltre all’intrattenimento anche contenuti validi ospitasse a casa propria Red Ronnie e il suo Roxy bar… invece ci siamo trovati ad assistere alla corsa di Rai 2 nella ricerca dell’ennesimo nuovo talent show che sostituisse il fallimentare The Voice, ricerca che poi si è arenata lasciando a piedi una redazione intera (momentaneamente o no non ci è dato saperlo) a causa dei tagli al budget… sarebbe bastato non cercare format all’estero e provare a rischiare facendo una scelta coraggiosa, rinunciando all’ennesimo programma fotocopia a suon di cover e dare quello spazio al Roxy bar.

E magari basterebbe anche che quelle persone che hanno il privilegio di riuscire a far più rumore di noi, quei tanti artisti, emergenti ma sopratutto noti, che sono passati da Red nel corso degli anni facessero sentire la propria voce, si facessero ascoltare dalle reti tv così come dai politici… perché la loro voce fa più rumore della nostra. A nulla servono le parole di stima o i messaggi di speranza di un ritorno mandati a Red Ronnie, serve fare qualcosa che vada al di là delle parole, serve concretezza.
Eppure il mondo della musica nonostante sia popolato da poeti idealisti in realtà è molto più simile di quello che pensiamo a noi comuni esseri umani, ognuno pensa a coltivare il suo spazio e a non perderlo… nel frattempo tutta la musica perde un’intera oasi ed il panorama che ci si prospetta è quello di una realtà in cui la musica sarà qualcosa di funzionale ad altro, e questo altro non lascia sperare bene, per nulla.

Per seguire il programma in streaming basterà collegarsi al sito ufficiale della Roxy Bar Tv cliccando qui.