26 Marzo 2016
di Cantautore, autore e giornalista
Condividi su:
26 Marzo 2016

Sarajevo: la guerra, un ragazzino e Bono

Enrico Nascimbeni oggi nel suo blog ci racconta una toccante storia con protagonisti un bimbo e Bono... a Sarajevo

sarajevo
Condividi su:

Il tribunale dell’Aia ha condannato lo psichiatra Radovan Karadzic, che era diventato durante la guerra della Ex Jugoslavia (1993-1995) il leader dei Serbi, a quarant’anni di carcere.
Questo boia ordinò il massacro di Srebrenica. Una pulizia etnica contro gli abitanti musulmani bosniaci. Ottomila tra bambini, donne e uomini vennero trucidati e poi occultati in fosse comuni. L’Onu nulla fece per difenderli.“La Corte ha giudicato Karadzic, 70 anni, responsabile anche di omicidio e persecuzione di civili ritenendolo l’artefice delle atrocità commesse durante il lungo assedio di Sarajevo, quando nel corso di 44 mesi morirono circa 10mila persone”.

Perché scrivo questo nel mio blog? Per due motivi.
Il primo è che da inviato di guerra ho vissuto e raccontato l’assedio di Sarajevo. E ho visto l’orrore. Che non mi va più di raccontare.
Due cose però le racconto. Perché sono tragicamente unite. E si c’è di mezzo la musica. Un ragazzino e Bono.

Il ragazzino, soldato, con la fascetta nera sulla fronte alla Rambo, me lo sono visto morire a due passi, mentre sparava e aveva le cuffiette del walkman. Sparava e cantava una canzone degli U2. Non mi ricordo più quale. Poi un cecchino lo inquadrò e lo falciò. Eravamo diventati amici con quel ragazzino. Parlavamo di musica.
Non fece tempo a sapere che Bono decise (unicoo artista al mondo ad avere le palle) di passare il capodanno del 1995 in una casa di Sarajevo. Una piccola festa dove cantò.
Strani gli incroci dei destini nelle guerre. E già scrivere la parola “guerra” mi dà il vomito.
Nelle foto Bono che canta in una casa di Sarajevo. Io nel rifugio di un albergo a Sarajevo.
Chi ora invoca ancora la guerra, e chi la fa, non è degno di chiamarsi essere umano.

sarajevo