14 Settembre 2016
di Cantautore, autore e giornalista
Condividi su:
14 Settembre 2016

“Nel ristorante di Alice” non ero felice, in quello di Irina sì

Attraverso le parole di "Nella stanza di Alice" Enrico Nascimbeni ci parla di un posto in cui si sente felice. il Ristorante di Irina

nel ristorante di alice
Condividi su:

Nel ristorante di Alice
(Ricky Gianco, Mogol, Gian Pieretti)

Nel ristorante di Alice

ti penso e non sono felice

porto ogni cosa alla bocca

ma è un abitudine vecchia

e ti cerco, ti penso, ti vedo

ma tu non ci sei qui con me

chissà dove sei

cosa fai con chi stai?

Adesso nel ristorante di Alice

stasera nessuno è felice

han capito che tutto è finito

guardando una seggiola vuota

e nessuno, nessuno, nessuno mai

mi chiede il perché

chissà dove sei
cosa fai con chi sei?
Nel ristorante di Alice

lo specchio stasera mi dice

che la favola bella è finita

e resta una seggiola vuota

Ho sempre amato questa canzone. Malinconia e un addio.
A che di noi non è capitato di finirla in un ristorante. Di portare il cibo alla bocca “ma è un’abitudine vecchia”. Con un magone che vorrei andare in bagno a mettere la testa nello sciacquone e tirare la catena.
Ma voglio parlarvi di un altro ristorante. Il ristorante di Irina.
Dove non ho vissuto per ora nessun addio e quando ci vado sono felice.
Lei Irina è una donna con una carica di cordialità bellissima. Insomma quando a un ristorante diventa casa. Prima era anche un bar. Questa estate oplà cambiato tutto. Solo ristorante.
Ma hanno dato la licenza di bermi il mio caffè quando passo di là con il mio amato maltesino Chas.

nel ristorante di alice

Ed è grazie al mio cane che ho conosciuto questo locale. Perché? Perché il cagnolino mi era scappato.
Io e mia moglie Patrizia eravamo disperati. Dopo un’ora il miracolo. Il cane era stato accolto e coccolato nel ristorante di Irina.
Come faccio a non esserle grato? Come faccio a non amare quel posto? E infatti lo amo. Anche per gratitudine.

Poi ho conosciuto un sudamericano con quelle facce un po’ così. Un italiano che racconta barzellette sporche. A volte pulite. Pico. Il compagno di una delle figlie di Irina. Ragazzo d’oro.
Ho un po’ ricostruito il mio paese di origine in questo luogo. Stessa cosa che tanti anni fa fece mio padre. Si mangia bene. Cibo etnico. Cibo dell’est. Ma a volte il cibo si sposta ad Oriente. Per poi arrivare all’insalata russa. Una vera insalata russa. Tutto buono. Nessuno se la tira. Cosa fondamentale.
Questa estate quando passavo , guardavo, fermo con il cagnolino i lavori di ammodernamento. Da buona anzianotto stavo lì a “controllare” il cantiere. Chiedevo: “Quando è pronto?”. A settembre mi veniva detto. Ed ero contento.

enrico nascimbeni

Insomma devo cambiare il testo della mia amata canzone: “Al ristorante di Irina stasera io sono felice”. Lo so non fa rima.
Ma la serenità non necessita una rima.
E nemmeno una canzone.